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Odissea Green pass: tra codici mancanti, guariti senza certificato e chi non può vaccinarsi

by Cristina Gauri
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green pass

Roma, 23 lug — Il Green pass sarà realtà dal 6 agosto prossimo e già gli italiani si vedono costretti a battagliare con le consuete «falle del sistema» che contraddistinguono — ahinoi — molti ambiti della pubblica amministrazione. Si chiede ai cittadini di sottoporsi ai vaccini o al tampone, di esibire il Green pass — obbligo che scandirà la quasi totalità della nostra vita sociale, pena l’esclusione se non ci si adegua — ma dall’altra parte il sistema non offre lo stesso rigore e la puntualità che si esige dagli italiani. 

Le mille falle del Green pass

Nelle ultime ore è tutto un fioccare, presso le redazioni dei principali quotidiani, di segnalazioni sul malfunzionamento del Green pass. Tra guariti o vaccinati che avrebbero diritto alla carta verde ma che non riescono a ottenerlo, oppure l’hanno ricevuto ma il codice è errato e rende la certificazione inutilizzabile. C’è chi, tre mesi dopo la guarigione dal Covid, ha effettuato un’unica dose di vaccino come indicato dal ministero, ma non ha mai ottenuto il Green pass, perché dal terminali risulta una sola dose effettuata su due e sulla certificazione appare la dicitura «certificazione valida fino alla prossima dose». Che però non si può effettuare. Stessa musica per chi è ricorso alla vaccinazione eterologa.

Il numero di pubblica utilità 1500 non è utile praticamente a nulla, visto che è sempre occupato e ha tempi di attesa di ore. Lo ammette pure Speranza, annunciando un rafforzamento del personale. Intanto il tempo stringe e il 6 agosto è alle porte. Ad ora il Green pass si ottiene con un tampone negativo (ma è valido solo 48 ore), con la guarigione (dura sei mesi) e appunto con la vaccinazione ottenibile già quindici giorni dopo avere ricevuto la prima dose. 

L’odissea di chi non riceve il codice

«Sono una delle tante persone che ha avuto il Covid negli ultimi mesi (a fine maggio), non ho fatto il vaccino e non ho scaricato il green pass perché [il codice] non è presente da nessuna parte», lamenta una lettrice del Fatto. E’ il limbo di chi è guarito ma non ha ricevuto il certificato di guarigione (NUCG) o il codice autorizzativo (AUTHCODE). A questi si aggiungono coloro che, guariti dal Covid e ricevuta la prima dose sufficiente per il ciclo vaccinale dei guariti, non vengono riconosciuti dal sistema. Sonia il 17 dicembre è guarita dal Covid e a marzo ha ricevuto la prima dose AstraZeneca. «Non ho però ricevuto il codice dal ministero, dal 27 giugno sto cercando di ottenerlo. Un’odissea fra telefonate al Dipartimento di Prevenzione, alla Protezione Civile di Palmanova, ai numeri verdi indicati dal Ministero, al medico di base, a tutte le farmacie del territorio… Nulla. Il vuoto». E ancora: «Sono di Milano, ho avuto il Covid a dicembre e come insegnante ho ricevuto una dose di vaccino ad aprile, ma il green pass non arriva. Quasi impossibile contattare i riferimenti indicati nel sito preposto dgc.gov.it».

Vi è anche chi ha effettuato la prima dose, e poi risulta positivo: il ciclo vaccinale è considerato concluso, con un pass della durata di nove mesi: «Ora trovo scritto che scadrà ad agosto, a 6 mesi dalla malattia». Stesso discorso per chi ha fatto l’eterologa. «Il green pass che mi è stato rilasciato fa riferimento a 1/2 dosi previste, quindi come se non avessi completato il ciclo vaccinale. Il problema ora è: questo Green pass è da ritenersi valido? O quando tenterò di prendere un treno a lunga percorrenza mi faranno storie?».

Cosa succede a chi non può vaccinarsi

E chi non può vaccinarsi per allergie, disturbi e malattie pregresse? Per loro il Green pass è ottenibile solo dopo avere effettuato il tampone. Considerato che dal 6 agosto sarà necessario esibire il certificato verde nel 70% dei luoghi pubblici, la strada del tampone diventa decisamente impraticabile: sia dal punto di vista economico, se non verranno effettivamente calmierati i prezzi, sia da quello pratico. Per chi è allergico al vaccino si profilerebbe l’obbligo di sottoporsi al tampone ogni due giorniStesso discorso per chi è guarito da più di 6 mesi ma ha ancora un numero elevato di anticorpi: il test sierologico non è valido al fine dell’ottenimento del Green pass. 
Cristina Gauri

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1 commento

Simona FRezzotti 29 Luglio 2021 - 3:33

Personalmente i miei genitori hanno entrambi i problemi: malati, guariti, una sola dose di vaccino consenti: un genitore ha un grenn pass con 1/2 dosi e l’altro non ha tra le mani nulla..in elaborazione da più di un mese. Con un medico incompetente e ignorante l’unica strada rimasta è una denuncia al ministero stesso in quanto, entrambi, hanno le credenziali e i diritii di ricevere questo foglio di carta!

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