Per un mese di prova fanno 3,49 dollari. Poi 4,99, ma ci sono anche pacchetti sino ad arrivare all’abbonamento annuale a poco più di 35 dollari. Ed è solo quanto serve per entrare nel «magico» mondo di OnlyFans. Per i contenuti speciali, quelli personalizzati, servono altri soldi. Soldi per poter sognare di avere una persona che a comando si veste, si spoglia, si tocca, si presta a giochi erotici e non, ma in esclusiva. Solo per voi. O meglio: nell’illusione che sia solo per voi.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di febbraio 2023
La moda di OnlyFans è letteralmente esplosa, con tanti aspiranti attori, perché di questo si tratta, che «regalano» emozioni e danno corpo alle fantasie di molti. LaRoxyink.official, questo il suo nome di battaglia, è una ragazza che vive in Lombardia e che con dick rating («valutazioni del cazzo», nella traduzione letterale), storielline hot tramite vocali, videovocali, sexting e contenuti personalizzati si è creata una professione vera e propria. «Sono Roxy, tutta tatuata, e molto accondiscendente, sarò felice di messaggiare con te»: ecco come si presenta sulla batteria dei social che ha aperto. Una sorta di telefono erotico 2.0 molto più coinvolgente, ma del telefono erotico non ha perso la finzione. Chi fa questo mestiere recita e chi è dall’altra parte non sempre può avvedersene. La recita che diventa realtà o finge di esserlo: il confine è molto labile.
Intervista a Roxy, modella di OnlyFans
Come e perché ha iniziato?
«Ho iniziato iscrivendomi quando ho smesso di credere alle relazioni. A un certo punto, mi sono rotta le scatole di chi non mi accettava perché facevo la ballerina e la ragazza immagine, ed era difficile farsi accettare in un rapporto. Così ho detto basta».
Rimpianti?
«No, sto meglio».
Quanto tempo dedica a questa attività?
«Praticamente tutto il giorno».
Che faceva in precedenza?
«Ho smesso di lavorare come operaia in fabbrica il 15 dicembre scorso. Questa attività non mi basta, ma mi ha consentito di raccogliere un po’ di soldi: a breve partirò per Ibiza, dove andrò a lavorare in pizzeria. Ho sempre cercato un posto al mare del genere e ho lavorato parecchi anni in locali. OnlyFans? Continuerò ancora per qualche anno, ma non è certo il lavoro per la vita. È solo un modo per guadagnare soldi».
Tra i social, quale le frutta maggiori risultati?
«Direi Instagram e poi Telegram, che fa da volano a OnlyFans».
Come si definisce: sex worker o che?
«Non mi definisco, odio le etichette: c’è poca gente che sa come sono, ovviamente la maggioranza mi giudica per i post che metto, e da una parte mi sta bene, perché fa parte del gioco; dall’altra no. Preferisco comunque che non conoscano tutto di me, non voglio mi conoscano realmente. Chiaro che, a quel punto, giudicano su un presupposto che non è esatto, come se tu vedessi un muro e pensassi che è di cemento, invece è solo cartone, è un’altra cosa, insomma».
Che idea si è fatta del perché ha successo tutto questo?
«Dipende dal rapporto diretto con i clienti, spesso piaci proprio tu e chi ti contatta sui social sa che non…