Vercelli, 13 apr — Violenza sessuale aggravata su minore, sfruttamento della prostituzione minorile e maltrattamenti in famiglia su una 13enne: sono le accuse che gravano su 5 cittadini di etnia rom di Vercelli, per gli orrori venuti allo scoperto in un campo rom di Vercelli. Non solo: sarebbero inoltre emerse sevizie inferte a bambini piccolissimi, di uno e due anni, che venivano frustati e bastonati. Lo riporta TgCom24. 

Le forze dell’ordine hanno quindi eseguito 5 misure cautelari nei confronti dei nomadi sospettati: due in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di dimora. Tra di loro figurano anche — orrore nell’orrore — i genitori della 13enne, che l’avrebbero costretta a prostituirsi, e dei due piccoli orrendamente seviziati. L’ennesimo episodio di degrado estremo e maltrattamenti inumani che vede come protagonista un gruppo di nomadi. 

I rom frustavano i loro bimbi di uno e due anni 

I genitori di etnia rom arrestati l’altro ieri erano soliti maltrattare i due bimbi più piccoli della famiglia con frustate, bastonate e minacce verbali, mentre costringevano la 13enne a prostituirsi. Tutti e tre i minori, si legge nelle carte dell’inchiesta, erano «totalmente assoggettati al volere dei genitori» e «costretti a subire maltrattamenti fisici come frustate.I bambini erano costretti ad assistere finanche ad agiti sessuali, tenuti costantemente sotto minacce del tipo “ti ammazzo, ti brucio gli occhi”».

La bambina di 13 anni, invece, veniva sistematicamente venduta a clienti, spesso anziani, che sborsavano denaro per poter abusare sessualmente di lei. Le indagini sono scattate nel mese di aprile 2021 quando la Squadra Mobile di Vercelli aveva avviato una serie di accertamenti nei confronti di una famiglia di etnia Rom, quando era emerso il sospetto che i due facessero prostituire la figlia. Da ulteriori acccertamenti erano emersi gli altri orrori subiti dai tre figli. I tre minori sono stati sottratti ai genitori e collocati in una comunità protetta.

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Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. che aborti di uomini…
    gli animali sono migliori.

    e il maledetto stato come al solito…
    pensa solo a fare leggi che sfasciano la famiglia,
    anzichè sfasciare la testa ai criminali come questi.

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