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Pescara, detenuto tunisino devasta la cella e appicca il fuoco: ustionati alcuni agenti

by Cristina Gauri
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detenuto tunisino da fuoco a cella

Pescara, 24 ott – Attimi di terrore nella casa circondariale San donato di Pescara, dove un tunisino, in preda a un raptus, ha devastato la cella dove era rinchiuso, per poi appiccarvi un incendio. Lo riporta Cityrumors.it. I fatti si sarebbero svolti ieri sera verso le 20. Un detenuto di nazionalità tunisina, un tossicodipendente che aveva fatto il suo arrivo nella struttura solo qualche ora prima, ha perso completamente il senno, prima distruggendo il mobilio della cella e poi appiccandovi il fuoco. Nel tentativo di salvare l’immigrato recluso dal divampare del rogo, alcuni agenti sono rimasti feriti tanto da rendersi necessario il trasporto al pronto soccorso tramite ambulanza. La prognosi sarebbe di 7 giorni ma non si escludono complicazioni. Si suppone che il detenuto fosse in preda ad una crisi di astinenza.   

Questo il commento del vicesegretario della Uil Penitenziara Abruzzo, che ha sommariamente ricostruito i fatti. “Verso le ore 20 – spiega – un detenuto tossicodipendente appena giunto in istituto, per motivi ancora sconosciuti, probabilmente in preda a crisi d’astinenza, ha distrutto la cella nella quale era stato ubicato salvo poi metterla a fuoco. Alcuni agenti intervenuti, i pochissimi che in quel momento erano in servizio, nel tentativo evidente di mettere in sicurezza il detenuto e il reparto dove era stato allocato, sono rimasti feriti e trasportati in ospedale. Al momento si parla di una prognosi di 7 giorni anche se crediamo vi potrebbero essere complicazioni”. Anche il segretario provinciale del sindacato Giuseppe Ferretti ha commentato la vicenda, puntando il dito contro “la carenza di organico, del sovraffollamento carcerario, dell’elevato numero di tossicodipendenti e di detenuti affetti da disagi pischici all’interno della struttura di San Donato”. Afferma: “C’è una situazione drammatica dalla quale il carcere di Pescara sembra non poterne proprio uscire.”

Cristina Gauri

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Sergio Pacillo 25 Ottobre 2019 - 1:03

Per il sovraffollamento. carcerario e la carenza di forze in organico fate chiedere a Bergoglio se vi manda qualche guardia Svizzera..

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