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Ponte Morandi: per un cavillo Autostrade e Spea fuori dal processo

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 19 set – Autostrade per l’Italia (Aspi) e la sua società controllata per l’ingegneria Spea, non saranno responsabili civili al processo per il crollo del Ponte Morandi che provocò 43 vittime. E’ quanto deciso oggi dai giudici dopo l’apposita, quanto clamorosa, richiesta da parte delle stesse società al tribunale di Genova. In pratica, Autostrade e Spea avevano chiesto di non pagare i danni in solido con gli imputati eventualmente condannati. E così sarà, perché in caso di condanna saranno soltanto i singoli imputati a pagare i risarcimenti. Adesso le due società – che nei mesi scorsi avevano versato circa 30 milioni di euro dopo aver patteggiato – potrebbero uscire del tutto dal processo  per il crollo del Ponte Morandi.

“Siamo amareggiati non tanto per i risarcimenti ma da un punto di vista di immagine: sembra che in Italia ci sia un accanimento solo sulle vittime, tra riti abbreviati e patteggiamenti. La cosa grave è che la norma ti permetta di sfuggire, di lasciare il processo“. E’ quanto affermato da Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo parenti vittime del Ponte Morandi, dopo aver appreso la decisione del tribunale di Genova di escludere Aspi e Spea come responsabili civili. “In processi di questo tipo – ha detto ancora Possetti – dovrebbe esserci una norma ad hoc per la gestione delle parti, per avere una tutela particolare”.

Fuori dal processo per un cavillo

Siamo insomma di fronte a un pasticcio tipico della giustizia italiana? Non proprio, perché legali di Autostrade per l’Italia, che come tutti ricorderanno il 14 agosto 2018 era guidata dalla famiglia Benetton, si sono appellati a un cavillo relativo al cosiddetto incidente probatorio effettuato durante l’istruttoria. Parliamo insomma di questioni tecniche. Chi pagherà allora i danni? Come sopra accennato, in caso di condanna, soltanto i singoli imputati. In questo momento, a processo, ci sono 59 persone tra tecnici ed ex dirigenti di Aspi e Spea. L’accusa sostiene che fossero tutti a conoscenza delle pessime condizioni in cui versava il Ponte Morandi, ma per risparmiare le manutenzioni non sarebbero state effettuate.

Alessandro Della Guglia

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