Fra gli italiani più generosi il primato spetta ai lucani, che detengono la media di donatori più alta in relazione alla popolazione. Se in termini assoluti, infatti, è la Lombardia che detiene il maggior numero di volontari (256.000 per la precisione) è in Basilicata che il donare sangue è diventato maggiormente pratica sociale, se è vero che più del 5% della popolazione si reca periodicamente allo sportello dell’Avis. Anche Umbria ed Emilia Romagna mantengono lo stesso trend. A favorire il risultato è indubbiamente la presenza dell’Avis stessa, fondata nel 1927 e autorizzata fin dagli anni ’30 ad operare in tutto il territorio nazionale. Ad oggi, tramite l’associazione viene pompato il 79% del fabbisogno nazionale.
Giusto per citare alcuni numeri, nel solo 2012 le donazioni sono state tre milioni e duecentomila, seguendo un trend di continua crescita. La fascia d’età maggiormente impegnata è quella compresa tra i 36 e i 45 anni, rappresentando più di un quarto del totale.
Come già anticipato nella dichiarazione di Saturni, lo stile di vita del donatore include principalmente l’adesione aduna dieta salutare. Come prepararsi alla donazione? “È consigliabile – secondo Lisa Baesso, biologa nutrizionista – una dieta ricca in ferro e liquidi e povera in grassi. Non serve andare a stomaco vuoto, anzi, una colazione leggera a base di succhi, spremute e fette biscottate va benissimo. Anche i vegani non sono esclusi, per loro il ferro è assimilabile da legumi, spinaci e frutta secca, ma meglio aggiungere succo di limone a questi alimenti perché la vitamina C facilita l’assorbimento di ferro, a differenza di caffè e tè, che andrebbero assunti separatamente”.
Francesco Benedetti
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