Home » Quando i centri sociali assaltano e devastano (ma nessuno chiede di scioglierli)

Quando i centri sociali assaltano e devastano (ma nessuno chiede di scioglierli)

by Cristina Gauri
0 commento
centri sociali antifascisti

Roma, 11 ott — «Sciogliere Forza Nuova e tutte le formazioni che si richiamano al fascismo»: lo chiede a gran voce la sinistra, un mantra ripetuto alla nausea dopo i disordini alla manifestazione no green pass di sabato e l’assalto alla sede della Cgil a Roma. Basta un episodio, uno solo, e periodicamente estraggono lo slogan dalla naftalina per aumentare la strategia della distorsione che torna utile, utilissima a unificare le forze progressiste sul tema dell’«emergenza nera» (quella sanitaria ormai è agli sgoccioli, tocca trovarne altre — il clima, il «fascismo» — per tenere il popolo sulla corda della paura, diviso e sull’attenti) e per giustificare la repressione più rigida e spietata.  

Quando i centri sociali attaccano nessuno chiede di scioglierli

Discorso diverso per le aggressioni ad opera degli esponenti della galassia antifascista e antagonista. Mentre Fiano & company frignano di «pericolo fascista alle porte», da anni le gesta dei «bravi ragazzi» dei centri sociali affollano le cronache cittadine: un mare di aggressioni, quasi sempre contro realtà della galassia destrorsa, sistematicamente nascoste in trafiletti, minimizzate, portate all’attenzione del pubblico e denunciate solamente da testate come la nostra.

Nessuno grida al «pericolo rosso», nessuno invoca sgomberi, giri di vite repressivi, nessuno condanna apertamente le nefandezze dei centri sociali. Anzi si può dire senza tema di smentita dire che aleggi, palpabilissimo, lo spirito del «se la sono cercata». Sono di destra, quindi si rifanno al fascismo, quindi aggredirli è un dovere morale nei casi più estremi, uno «spiacevole incidente» negli altri; so’ ragazzi, così i piccoli nostalgici 2.0 della Hazet 36 continuano imperterriti a intimidire, piazzare bombe, assaltare in trenta contro uno, devastare nella più totale impunità morale. Vediamo di seguito quattro delle aggressioni più gravi compiute dai centri sociali negli ultimi anni — e che non smossero di un millimetro le coscienze di coloro che adesso invocano la repressione totale per i «gruppi neofascisti».

Torino, 15 esponenti dei centri sociali pestano 2 studenti di destra

La sera del 12 novembre del 2019 una quindicina di esponenti dei centri sociali sabaudi aveva aggredito due militanti di Aliud, il gruppo studentesco vicino a Fratelli d’Italia. Il fatto era avvenuto sotto l’abitazione di uno dei due aggrediti, al termine dell’orario di apertura della sede del movimento. Una delle due vittime del pestaggio aveva riportato una frattura nasale, finendo ricoverato all’Ospedale Martini. L’altro se l’era cavata con 5 giorni di prognosi. I due, come riporta il comunicato di Azione Studentesca apparso su Facebook, «sono stati pedinati all’uscita dalla sede e raggiunti sotto casa di uno dei due, dove è partita l’aggressione con calci, pugni e spray al peperoncino. Ad uno dei due, al termine del pestaggio, sono stati spaccati gli occhiali da vista».

Al termine dell’aggressione, il monito da parte degli antagonisti: «Sparite da San Paolo o la prossima volta non potrete raccontarlo». Il tutto nel «silenzio complice del Comune di Torino, che da anni coccola e protegge l’illegalità dei centri sociali. Questa volta, gli stessi soggetti tutelati dalle istituzioni comunali conniventi, hanno pensato di intimidire i nostri militanti con una metodologia mafiosa: pedinamento, pestaggio e intimidazione».

Bomba antifascista a Firenze: colpita la libreria Il Bargello, gravemente mutilato un artificiere

Il 2017 a Firenze è iniziato con il ritrovamento di un ordigno piazzato davanti alla libreria Il Bargello, vicina a CasaPound. La bomba era stata vista da una pattuglia della polizia, che aveva notato un involucro sospetto davanti al locale in via Leonardo Da Vinci, non lontano dal centro storico. L’ordigno era esploso mentre gli artificieri giunti sul posto stavano lavorando all’ispezione o al disinnesco del pacco-bomba: uno è rimasto gravemente ferito dall’esplosione. Il militare, sottoposto ad un intervento chirurgico, ha perso un occhio e una mano. L’ordigno era dotato di un timer collegato al pacco-bomba con dei fili elettrici.

Sempre barbarie antagonista al Bargello: antagonisti assaltano la libreria e picchiano una ragazza

Hanno taciuto in coro le femministe quando, nel gennaio del 2016, almeno ventuno persone incappucciate, armate di mattoni, bombe carta, spranghe e bastoni avevano assaltato la libreria Il Bargello in zona Coverciano a Firenze, pestando e ferendo una ragazza. La libreria era stata completamente devastata. «Mi fa molto male la schiena, mi hanno preso per i capelli e soprattutto mi hanno picchiato violenza con una spranga di ferro», aveva riferito la vittima dei «bravi ragazzi» dei centri sociali.

Qualche settimana dopo una bomba carta era stata fatta esplodere sempre davanti alla libreria. L’esplosione aveva danneggiato il bandone del negozio e infranto il vetro di un’auto in sosta. Sul muro di un palazzo sul lato opposto della strada, di proprietà della Asl, era stata vergata la scritta «Pippo, Andre e Tommi liberi», riferimento a tre anarchici arrestati con l’accusa di aver incendiato l’abitazione di un militante di CasaPound, nel Parmense.

Ferrara, centri sociali assaltano gazebo della Lega al grido di “razzisti di m**da”

Dicembre 2019. Un gruppo di antifascisti legato ai centri sociali, assalta un gazebo della Lega a Ferrara. Gli aggressori si scagliano contro gli attivisti leghisti al grido di «razzisti di m…», minacciando e insultando i cittadini che si avvicinano per firmare le candidature o semplicemente per informarsi. A un signore che sta bevendo un caffè, un aggressore rovescia la tazzina addosso per poi irriderlo e urlargli: «Pagami un caffè». Dopodiché il gruppo di antifascisti inizia a esplodere petardi, scagliandoli contro il gazebo della Lega.

Catania, trenta antifascisti mandano all’ospedale 18enne di destra

A 18 anni pestato per un volantino. Ma non ne ha parlato nessuno, perché la vittima era un militante della comunità identitaria «Spazio Libero Cervantes» di Catania, e gli aggressori un gruppo formato da una trentina di antifascisti. In trenta contro uno, nel classico, coraggioso «stile antagonista» che contraddistingue queste formazioni. Il giovane, che milita in Assalto Studentesco — la costola giovanile del Cervantes — stava distribuendo volantini che pubblicizzavano una manifestazione per festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia. All’improvviso l’assalto: in trenta con pugni, calci, colpi di casco in pieno volto. Gli amici di Enrico affermano che non fossero «ragazzi della scuola ma esterni, forse si è trattato di studenti che passavano di lì per unirsi al corteo organizzato da Libera per ricordare le vittime della mafia ed esprimere solidarietà ai migranti». All’ospedale Garibaldi, i medici hanno riscontrato la frattura di uno zigomo e lesioni agli occhi e alle orecchie, giudicate guaribili in quaranta giorni. Sulla vicenda indagano la Digos e la Questura.

Cristina Gauri

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati