Roma, 22 ott – Al centro di accoglienza di via Riserva Nuova, in zona Prenestino a Roma, alcuni immigrati sono risultati positivi al coronavirus. Non è la prima volta che accade all’interno di analoghe strutture e come da prassi i contagiati, e chi è stato a contatto diretto con loro, devono restare in quarantena. Nulla di incredibile, non fosse che nel pomeriggio di oggi, gli extracomunitari del centro di accoglienza in questione hanno scatenato una rivolta. Come riportato dall’Adnkronos, gli stranieri ospitati nella struttura pretendono di uscire nonostante il divieto della Asl e hanno addirittura sequestrato i dipendenti della cooperativa che gestisce il centro di accoglienza, alzando così il livello della minaccia. Sul posto sono intervenuti gli agenti del reparto mobile della Polizia di Stato. Nella stessa struttura già lo scorso 10 ottobre gli ospiti avevano fatto pressioni per uscire, nonostante che alcuni di loro fossero risultati già positivi al coronavirus.
Ennesima rivolta
Ma siamo di fronte soltanto all’ultimo degli innumerevoli episodi di questo tipo. Non è infatti la prima volta che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, assistiamo a fughe e rivolte di immigrati. Basti pensare a quanto accaduto il 7 ottobre scorso, quando 65 tunisini ospitati nella struttura “La mano di Francesco” ad Agrigento, scatenarono l’inferno dando fuoco a materassi, lanciando estintori, pezzi di finestre infrante, pietre e ogni tipo di oggetto disponibile contro gli agenti di polizia deputati alla sorveglianza del centro. Anche il quel caso gli immigrati diedero il via al finimondo perché insofferenti alle misure di quarantena imposte contro la diffusione del Covid.
Alessandro Della Guglia
3 comments
Avvisate Bergoglio.
Che mandasse le guardie svizzere.
[…] Cos, la vittima, aveva 46 anni ed era un padre di famiglia. Era anche il direttore del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cada) di zona. È morto a causa delle ferite inferte subito dopo l’aggressione. Il sudanese richiedente asilo, […]
[…] Cos, la vittima, aveva 46 anni ed era un padre di famiglia. Era anche il direttore del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cada) di zona. È morto a causa delle ferite inferte subito dopo l’aggressione. Il sudanese richiedente asilo, […]