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Saman Abbas, via libera a estradizione del padre dalla corte del Pakistan: ma non c’è ancora l’ok del governo

by La Redazione
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Roma, 4 lug – Il magistrato della corte distrettuale di Islamabad si è finalmente espresso, dando parere favorevole all’estradizione di Shabbar Abbas, padre di Saman, la 18enne uccisa Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile 2021. Secondo la Procura di Reggio Emilia non vi sono dubbi: la giovane di origini pachistane fu massacrata dal genitore e da altri quattro familiari. Stando a quanto appreso dalle agenzie, il giudice di Islamabad ha respinto l’istanza di rilascio su cauzione presentata dalla difesa del padre di Saman.

Via libera a estradizione del padre di Saman Abbas, ma resta un problema

La vicenda non è però conclusa, anzi. Non è affatto detto che l’uomo verrà estradato in Italia, perché adesso potrà impugnare il documento all’Alta Corte della capitale del Pakistan. Non solo, manca ancora il parere più importante: quello del governo di Islamabad. Sì, perché tra Italia e Pakistan non vi sono accordi bilaterali. Di fatto il governo pachistano potrebbe opporsi alla decisione dei giudici.

Ricordiamo che Saman Abbas scomparve da casa la notte del 30 aprile 2021. Ad oggi sono cinque gli imputati per il suo omicidio: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutte e tre si trovano in carcere in Italia), il padre Shabbar Abbas (arrestato in Pakistan nel dicembre 2022) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante in Pakistan). Tutti e cinque sono accusati di omicidio in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

Il corpo di Saman venne ritrovato il 18 novembre 2022 a Novellara. Lo scorso gennaio la conferma, quel corpo era proprio della ragazza uccisa. Nella relazione firmata e depositata dai medici legali Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone, si citavano “la frattura vitale allo ioide, l’infiltrazione emorragica dei tessuti del collo, il sangue nei polmoni e l’assenza di altre cause lesive mortali desumibili dalle indagini esperite sul corpo”. In particolare, il “trauma allo ioide e ai tessuti molli circostanti” fa pensare “a una compressione del collo negli istanti precedenti la morte”, scrivevano i medici.

La Redazione

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