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Sardegna, CasaPound esce in mare aperto: “Difendiamo i confini” (Video)

by La Redazione
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casapound, sardegna

Sant’Antioco, 4 aprile – CasaPound prende in largo tra Sardegna e Algeria. Quando si pensa a sbarchi e rotte migratorie, quasi sempre il pensiero va a Lampedusa e alle coste siciliane. Da qualche anno però c’è anche un’altra meta italiana interessata dagli sbarchi stranieri: la Sardegna. Negli ultimi mesi l’isola dei quattro mori è infatti tra le regioni più ambite, non solo dai vacanzieri di mezzo mondo, ma anche dagli immigrati algerini, spesso già espulsi dalla ‘porta’ della nostra penisola tramite decreto delle autorità, e rientrati dalla ‘finestra’ con i barconi approdati sulla costa sarda di Sant’Antioco.

Questa situazione che sta raggiungendo livelli allarmanti sta trovando però in questi giorni la protesta dei militanti di CasaPound Italia, usciti in mare aperto con alcune imbarcazioni per monitorare la tratta migratoria che è tornata a interessare la Sardegna. Navigando tra la costa del Sulcis in direzione dell’Algeria, le barche di CasaPound espongono striscioni recanti la scritta “Defend Borders”, accompagnata da bandiere tricolori e della Sardegna.

casapound, sardegna

CasaPound in Sardegna: “Difendiamo i confini marittimi”

“Con questa azione  – ha tuonato al megafono Cpi in italiano e in francese – vogliamo ribadire la sacralità dei nostri confini marittimi. Non possiamo accogliere migliaia di persone che arrivano e creano problemi sanitari e di criminalità, come testimoniano le numerose risse ed evasioni al centro d’accoglienza di Monastir, in un periodo in cui gli italiani e i sardi vivono nell’insicurezza più totale sul loro futuro e in cui sono costretti a chiudere le proprie attività”.

“Riteniamo un dovere continuare a ribadire, come abbiamo fatto in passato nel corso di numerose azioni in questa zona – prosegue CasaPound nel video diffuso in rete – che i confini marittimi non devono essere dimenticati, come invece spesso accade tra continui arrivi illegali e tentativi di cessione di porzioni di mare a potenze straniere (Algeria, Francia), nel totale silenzio delle altre forze politiche”.

CasaPound avverte inoltre che le azioni di protesta e di monitoraggio dei confini nazionali, marittimi e di terra, “continueranno a prescindere dai ciechi lockdown del governo”. Insomma, se con l’aumento delle temperature ci si prepara all’ennesima estate di sbarchi e traghettamenti delle Ong, in mare si prevede anche una stagione quanto mai calda nel braccio di ferro tra questi e la neonata ‘flotta’ di CasaPound.

Aurelio Bonaldi

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