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Sardine, tra nuovi insulti e vecchi livori: ecco la piazza contro “la violenza verbale”

by Eugenio Palazzini
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sardine, manifestazione

Roma, 15 dic – Gli elettori della Lega? “Mi fanno pena”. Salvini? “E’ ignorante, è stupido, cerca di convincere le persone facendo leva sulle loro paure e preoccupazioni, che sono anche le nostre”. E ancora contro gli elettori leghisti: “Mi fate pena, spero che un giorno vi svegliate“. Così la sardina Nibras, ragazza islamica di 25 anni che indossa l’hijab, ha tuonato dal palco di piazza San Giovanni scagliandosi contro l’odio sovranista e facendo il verso a Giorgia Meloni: “Sono una donna, sono musulmana, sono figlia di palestinesi”.

La “violenza verbale”

Eccola qua la piazza che propone di equiparare “la violenza verbale a quella fisica”, un sobrio ed educato coacervo di candidi manifestanti che si ergono sul piedistallo dei buoni sentimenti sparando offese a raffica. Si lodano, si imbrodano, si compiacciono, annuiscono convinti di essere le staffette immacolate del monopensiero. Alternano slogan vetero-sessantottini a spocchia radical chic, stucchevoli banalità buoniste a insulti scomposti. Quindi piacciono, ah quanto piacciono ai media mainstream questi soffici cinguettii. Quanto mancava al dibattito politico la plastica immagine di un carillon dell’avvenire: comunisti, post comunisti, nostalgici comunisti, cattocomunisti, partigiani dell’Anpi, pacifisti, mondo Lgbt, sinistra al caviale.

Il solito minestrone

Un tripudio di deja vu che si fa massa umana, unendo le tradizioni culinarie toscane a quelle settentrionali: si passa dalla ribollita ai bolliti. Finalmente ce l’abbiamo fatta, stiamo unendo l’Italia degli italiani accettabili al carosello della comunione e della liberazione. Leggeteli ad alta voce i titoli dei quotidiani in edicola, sono le note sinfoniche del bergogliame che si unisce alla melodia del Barbapapà di Repubblica, fattosi da parte il “pastore tedesco” oggi Il Manifesto esulta assieme ad Avvenire.

Il muro è caduto, la guerra fredda è ormai storia remota, dunque ecco a voi l’insalata russa in salsa ortodossa. Eppure Pci e Dc non sono un lontano ricordo, sono la nemesi dei maglioncini esistenzialisti e delle barbe incolte che potete ammirare di nuovo in piazza. E allora bentornato Ancien Règime, il pranzo di gala ha seppellito la messinscena rivoluzionaria.

Eugenio Palazzini

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9 comments

San francesco 15 Dicembre 2019 - 12:08

lE SARDINE H AH AHA AH AH AH su 5 mila 4,500 sono froci depravati e lesbiche maiale. drogati 3,500 cannaioli e spacciatori pèrovare per credere! le sardine??? branco di culattoni tossici e lesbiche.

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Fabio Crociato 15 Dicembre 2019 - 12:40

C’ è anche la violenza visiva, odorosa, magnetica, tossica, alimentare, ecc…. Non ve ne siete accorti ma l’ ignoranza sessantottina e post-sessantottina si sta diradando, vostro malgrado.

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Evar 15 Dicembre 2019 - 1:40

Le sardine sembrano essere state partorite da una costola del pd: o verranno fagocitate dallo stesso o saranno solo un fuoco di paglia, considerato che hanno un leader col carisma di un criceto e più o meno la stessa intelligenza. Vedremo, è solo questione di tempo…

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blackwater 15 Dicembre 2019 - 5:39

per chi ha fatto solo i “tre giorni” della vecchia visita di leva,e per chi comunque nutre amor patrio,vedere una straniera,che durante l’esecuzione del nostro Inno si è voltata di culo con quel ridicolo turbante in testa,scendendo da quella sorta di palco da mortazzoni di fama,non può essere che ribollito il sangue.

del resto come cantava una vecchia quanto suggestiva canzone alternativa:

“chi di uno straccio rosso ha fatto la sua bandiera,perchè non ha il coraggio di seguirne una vera”

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Sergio Pacillo 15 Dicembre 2019 - 5:54

Nibras, ls ragazza palestinese di 25 anni:
“Siamo come le donne italiane – garantisce – lavoriamo, siamo madri, facciamo la stessa identica vita e siamo parte integrante di questa società”.
Si, ma non sei italiana, così come io non sono palestinese sol se vengo in Palestina e vi soggiorno per qualche anno.
Poi, se sei veramente una sardina, prova a ricordare ai tuoi connazionali di mettere da parte la violenza sotto la duplice forma sia verbale che materiale, lungo la strada per la conquista della libertà.

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Ner 15 Dicembre 2019 - 10:29

Le sorprese non finiscono qui, perché Nibras è la figlia di Mahmoud Asfa, anch’egli di origine palestinese e a capo del centro islamico milanese di via Padova 144, meglio noto come Casa della Cultura Islamica. Asfa nel 2009 aveva ricevuto il premio “Ambrogino d’Oro” per “il dialogo costruttivo e costante tra la società milanese e i cittadini di fede musulmana”. Lo scorso anno Mahmoud Asfa e Nibras erano stati ricevuti dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, con tanto di foto pubblicate sul proprio profilo Facebook e con post di auspicio sul coinvolgimento dei giovani della seconda generazione nella vita politica italiana.

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Jos 15 Dicembre 2019 - 8:32

iniziando da “la violenza verbale”, non è un articolo, ma poesia in prosa..

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