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Settecentomila euro di gas, anche San Patrignano non ce la fa più: “Siamo verso chiusura”

by Cristina Gauri
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san patrignano

Roma, 19 set — Il dramma del caro-bollette si abbatte anche sulla comunità di San Patrignano che ora rischia di dover chiudere i battenti. I rincari vertiginosi di elettricità e gas si abbattono sulla struttura, che attualmente ospita 700 ragazzi in cura per le dipendenze, a tal punto da costringere la stessa comunità a chiudere alcuni settori. Il colpo di grazia è arrivato in questi giorni, con un’astronomica bolletta da 730mila euro per il consumo di gas di agosto, dieci volte quella pagata abitualmente nello stesso periodo: esattamente un anno fa la struttura aveva pagato 70mila euro.

San Patrignano verso la chiusura: inchiodata dalle bollette

Lo rende noto la stessa comunità di San Patrignano in un mesto comunicato: «Sono cifre che rendono la dimensione tragica del fenomeno. I costi dell’energia hanno oggi un impatto tale su San Patrignano da mettere a repentaglio le attività previste per la formazione dei ragazzi e ragazze in percorso di recupero» A rischio è il modello di sostenibilità economica che la comunità ha saputo realizzare e portare avanti nel corso dei decenni, «e quindi la sua capacità di accogliere un numero sempre maggiore di persone». Oltre agli ospiti sono a rischio le occupazioni dei circa 225 dipendenti, tra collaboratori stipendiati e volontari.

La formazione professionale in vista del futuro reinserimento nella società ha un ruolo centrale nel programma di recupero affrontato dai tossicodipendenti accolti a San Patrignano. L’intera comunità è formata da una quarantina di settori produttivo-formativi — dalla cucina alle attività artigianali, dal forno alla norcineria. Le attività di formazione che accompagnano i ragazzi nel percorso riabilitativo sono rese possibile grazie all’utilizzo di energia elettrica e gas.

Lo Stato intervenga con urgenza

Alla luce della drammatica situazione la comunità chiede di «intervenire con urgenza per trovare soluzioni che consentano a San Patrignano, e alle altre realtà del terzo settore, di portare avanti la propria opera». Per ora non è previsto che la struttura chiuda del tutto i battenti, ma alcuni settori, a causa dell’aumento esorbitante dei prezzi, non riusciranno a  rimanere aperti. Un settore, quello dello norcineria, è già stato chiuso. «E’ ritenuto quello più energivoro. L’obiettivo immediato è quello di ridurre in questo modo subito i consumi». Ora tutti gli sforzi sono concentrati sul trovare un modo per pagare quest’ultima, astronomica bolletta. 
Cristina Gauri

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fabio crociato 19 Settembre 2022 - 7:21

Certo se si aspettano le soluzioni morattiane non attenderanno più di tanto ma comunque niente di stabile ed oltre il sistema.

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