Torino, 4 dic – E’ stata sospesa dalle lezioni Eva, la studentessa 13enne che da settimane manifesta davanti alla scuola media Nievo di Torino chiedendo di poter tornare alle lezioni in presenza. La motivazione è lapidaria: la strada non è «un luogo consono per la didattica a distanza». Con la stessa motivazione la preside del liceo Gioberti, sempre a Torino, aveva represso il dissenso della studentessa Maya: «Non ci si può collegare da un bar o da un parco, la Dad va fatta con lo studente nella propria abitazione».
Eva è scesa in strada assieme alla compagna Cecilia per protestare contro la decisione della Regione – ieri confermata dal Tar – di mantenere la Dad per le seconde e terze medie. Le due sono il simbolo della protesta che sta imperversando nel capoluogo sabaudo e che si sta allargando a macchia d’olio in tutta la penisola.
Eva, studentessa anti-Dad, sospesa per un cavillo
Nonostante questo, la studentessa è stata sospesa. «Non mi vogliono far partecipare alle lezioni dal primo giorno. Lunedì ho saltato le ore perché i docenti mi hanno respinta, dicendo che non fossi nel luogo adatto – si sfoga sulle pagine de La Stampa –. Dicono che sia per tutelare la privacy di miei compagni, che in piazza io esponga tutti. E le discussioni stanno peggiorando giorno dopo giorno».
L’ultimatum degli insegnanti
Per ovviare ai problemi di privacy allora Eva si è spostata, ma senza ottenere nulla. Dagli insegnanti è arrivato l’ultimatum nonostante non ci fosse nessuno vicino. «È l’ultimo giorno», le hanno detto. «Il giorno dopo, pur di seguire ho messo un telo che coprisse quello che c’era dietro di me: faccio di tutto per continuare a seguire le lezioni perché è il mio dovere, ma è anche mio diritto manifestare».
E’ disposta a tutto, Eva, pur di convincere i professori: «Noi stiamo rispettando tutte le regole che ci vogliono far seguire: rispettiamo la privacy di tutti, seguiamo le lezioni e non perdiamo una verifica. A casa mia non c’è niente di più rispetto ad una piazza, per farlo». Anche perché a casa «ho quattro fratelli, concentrarsi è difficile. E salta spesso la connessione: è capitato che mi abbiano messo assente per colpa del Wi-Fi. Ora questo: non ci sto, mi manca vivere la scuola nel mondo reale».
Ma la preside è inamovibile
La preside, ahimè, sembra inamovibile: «Sono anche d’accordo con la loro protesta – racconta la preside reggente della scuola Nievo Letizia Adduci – ma continuare con la didattica digitale integrata prevede dei compromessi. Ci siamo dati un regolamento, con un patto di corresponsabilità, e i docenti vogliono che sia rispettato per non snaturare un ambiente aula già snaturato dal mezzo informatico. Vogliamo solo tutelare gli studenti».
Cristina Gauri
1 commento
E’ curiosa questa ragazzina. Ben più di quel mostriciattolo global itinerante…
Non si può certo dire che manca di attaccamento alla suola e alla scuola!
Ma quale sospensione…