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“Sposarsi? Meglio una martellata sulle palle”. Feltri scoppientante su matrimonio preti

by Cristina Gauri
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feltri contro matrimonio

Milano, 15 gen – Aspettavamo Vittorio Feltri al varco. Poteva il direttore di Libero esimersi dall’entrare a gamba tesa nella polemica sull’abolizione del celibato per i preti«Vietare il matrimonio? No, ognuno è libero di fare quello che vuole, anche tirarsi le martellate sulle palle», ha dichiarato in collegamento telefonico con Un Giorno da Pecora su Radio 1 Rai. E pone il dilemma: «Meglio sposarsi o una martellata? Forse con una martellata uno se la cava…».

I rischi del matrimonio sacerdotale

Feltri, sposato da decadi, si sente di sconsigliare il matrimonio in ambito sacerdotale. Troppo rischioso: «Non mi riguarda personalmente, ma analizzando il problema non ho potuto evitare di evidenziare i rischi a cui un prete sposato andrebbe incontro. Intanto, chiunque si sposi, dopo qualche anno ne ha pieni i cogl****», ha sferzato sardonico: «Io esamino quello che succede in Italia, dove il numero dei divorzi è veramente molto elevato. Tanto che la gente non si sposa neanche più, ma preferisce la convivenza».

Obiezioni ragionevoli

Tra un’iperbole e una bastonata, Feltri pone però anche delle obiezioni assolutamente ragionevoli. Un sacerdote dovrebbe dedicarsi alla comunità parrocchiale, sua vera famiglia. Con moglie e figli, i problemi si moltiplicherebbero e gli verrebbero tolti tempo ed energie da dedicare ai fedeli. «Se io mi sposo con una donna e poi litighiamo, nessuno ci fa caso. Ma se un parroco nella canonica inizia a litigare con la moglie e a far volare i piatti, è chiaro che la comunità se ne accorge», spiega Feltri. «Poi c’è anche il problema della prole: se fa due o tre figli, almeno una testa di cazzo verrebbe fuori. A volte anche tutti. Avere figli che vanno in discoteca, si drogano, bevono e fanno casini per un prete non sarebbe un’agevolazione».

“Separate i letti!”

E poi chiosa con il consiglio da vecchio orso misantropo (lo diciamo affettuosamente) per chi ha intenzione di sposarsi: «Di vivere in solitudine: è la cosa migliore di questo mondo. Io per esempio non solo ho separato le camere da subito, ma poi ho separato i piani. E per un lungo periodo ho separato anche le case. Con mia moglie ci vediamo tutte le sere. Le voglio bene e c’è un rapporto di affetto che non ho mai avuto con nessun altro. Ma anche dal punto di vista sessuale dopo qualche anno non ne puoi più»…

Cristina Gauri

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2 comments

Evar 15 Gennaio 2020 - 11:57

Che personcina delicata, ogni imitazione di Crozza sarebbe riduttiva…

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Fabio Crociato 15 Gennaio 2020 - 12:14

Feltri tra un po’ non ne può più di vivere… Inevitabile e “strana” conseguenza di tutti, umani e non, verso la fine della loro esistenza… Autodifesa o altro?
Interessante però il suo dato d’ esperienza…, 33% di teste di cazzo (ognuno di noi li chiama come meglio ritiene), una percentuale che ricorda anche qualche partito italiano…
Circa le mogli ed i mariti, i bei ricordi, se possiamo, non dimentichiamoli mai perché non siamo infiniti, con infinite possibilità… Altrimenti è un po’ come sputare su noi stessi, su ciò che di bello siamo riusciti a fare.
Sui preti e il loro celibato ho scritto da una altra parte, vedi chiesa ortodossa sopravvissuta persino alle lunghe purghe dell’ ateismo bolscevico. Sì ai monaci, ni ai preti!

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