Padova, 29 set – Un autentico calvario fatto di indicibili violenze fisiche e psicologiche, proseguito per lo spaventoso arco temporale di 18 anni: la vittima è una donna italiana di 44 anni, di Arcella, in provincia di Padova, l’aguzzino è il marito di origini tunisine, un uomo di 52 anni. In pratica l’intera convivenza è stata costellata, secondo quanto denunciato e accertato dagli organi inquirenti, da stupri, lesioni, minacce di vario ordine e grado. E come se non bastasse già questo orrore, il tunisino ha spesso avuto condotte di estrema violenza anche nei confronti dei tre figli avuti dalla donna.
La moglie, e una delle figlie, stremate da anni di soprusi e violenze, hanno ricostruito e denunciato alle forze dell’ordine gli abusi subiti tra le mura domestiche tra il 2000 e il 2018. La denuncia ha quindi consentito alla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Padova, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica Roberto D’Angelo, di procedere a una delicata indagine e di raccogliere elementi probatori che hanno poi dato avvio a un procedimento penale apertosi la settimana scorsa.
Diciotto lunghissimi anni di violenze sono stati quindi ripercorsi dai testimoni – tra cui le figlie anche esse maltrattate – davanti ai giudici. Il quadro che ne risulta colpisce per l’estrema violenza e il degrado sociale: il tunisino, privo di occupazione e nullafacente, spendeva lo stipendio della moglie presso i bar cittadini. Tornando poi a casa in evidente stato di alterazione alcolica e dando in escandescenze, si lasciava andare a efferatezze di ogni sorta sulla consorte e sui figli allora piccoli: spesso li faceva inginocchiare e li picchiava, senza farsi scrupolo di utilizzare oggetti contundenti. La moglie invece, sotto minaccia del coltello, era costretta a rapporti sessuali violenti, che non hanno conosciuto sosta e tregua nemmeno quando la donna era incinta. Se la poveretta tentava di frapporsi tra lui e i figli che venivano picchiati, per lei c’erano colpi di cinghia e frustate. Le forze dell’ordine una volta ricevuta la denuncia e acquisiti i primi riscontri hanno allontanato la 44enne e i tre figli, a lei affidati, e li hanno indirizzati presso una struttura protetta. Prossima udienza processuale prevista per il 12 Novembre, e in quella occasione sarà sentito come testimone un altro dei tre figli. Il tunisino deve rispondere dei reati di lesioni private, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.
Cristina Gauri
7 comments
“mariti e buoi”….dei paesi tuoi.
Mio Dio, 18 anni? Ma nessuno se n’era accorto? Vi prego, donne italiane: non andate coi mussulmani, sono lontani anni luce dalla nostra cultura. Prima vi circuiscono e poi vi massacrano; tranne qualche rara eccezione..
Mi meraviglia che, con tante che se ne sentono, ci siano ancora donne italiane che, pur di avere una specie di uomo affianco, si lasciano incantare da queste merde, che hanno la violenza e la sopraffazione nel DNA. È inutile! NON SI VOGLIONO INTEGRARE! SONO QUI SOLO PER APPROFITTARSI DELLE NOSTRE DEBOLEZZE, LA NOSTRA (NON MIA) TOLLERANZA E DI OGNI UTERO PER MOLTIPLICARSI ED INFESTARE LA NOSTRA EUROPA! 🇾🇪
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
li cercano proprio col lanternino…
In Tunisia comincino a pensare seriamente a tenersi la loro feccia in casa! Anche perché gli italiani buoni cominciano a dover espatriare! I bastardi annotino! Cacciamo… ogni due tunisini, due marocchini, ecc., teniamo un italiano! O no?! Su, cominciamo a ragionare…
[…] carcere senza attenuanti e con ordine di espulsione a condanna espiata per Mohamed Safi, il 37enne tunisino che nel 2019 a Torino cercò di sgozzare la sua ex con una bottiglia rotta. L’uomo si trovava […]