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Mes, la non richiesta invasione di campo di Ignazio Visco

by Riccardo Natale
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Roma, 29 set – Durante l’ultimo Festival dell’economia di Trento, conclusosi due giorni fa, è intervenuto Ignazio Visco, governatore dal 2011 di Banca d’Italia, entrando a gamba tesa nel dibattito politico. Nel corso della convention trentina, giunta quest’anno alla quindicesima edizione, si è dibattuto sulla situazione dell’economia italiana e dell’eurozona durante la crisi causata dalla pandemia e dagli annessi lockdown e della risposte che l’Unione Europea ha messo in campo per fronteggiare l’emergenza.

Dopo aver indicato la giusta via per spendere i soldi – anch’essi a strozzo – del Recovery Fund, Visco si è concentrato sul discusso Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.

Una vera e propria ingerenza

“La speciale linea di credito attivata in seguito alla pandemia, sebbene gestita dallo stesso organismo, ha finalità e struttura completamente diverse: è un programma di scopo per le spese sanitarie e non ci sono condizionalità come nei programmi tradizionali. In questo caso non c’è la Troika”, ha spiegato Visco, aggiungendo che “il Mes ha solamente vantaggi, non si va sul mercato e la condizionalità è solamente spendere i soldi nel settore per il quale è stato disegnato”. Una realtà ben diversa rispetto a quella presente nel trattato istitutivo del Mes che parla di “protocolli d’intesa” e “condizioni rigorose”, tutto sotto “l’egida” della Commissione europea e della Bce e in alcuni casi anche del Fmi.

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Dopo aver descritto il Mes come un prestito ad un amico, Visco però sottolinea un dettaglio importante, ovvero dello “stigma, che va affrontato in maniera ragionevole e trasparente”. Con questo termine il governatore di Banca d’Italia si riferisce al fatto che l’Italia, per una cattiva comunicazione o un cattivo uso dei fondi, potrebbe risultare debole sui mercati – la solita storia del “ce lo chiedono i mercati”.

Leggi anche – I cinque motivi per i quali non abbiamo bisogno del Mes

Paradossale che una cattiva comunicazione sul come spendere i soldi del Mes possa rendere l’Italia bisognosa sui mercati, quando questo meccanismo è stato pensato per nazioni incapaci di piazzare i propri Titoli di Stato – la Grecia, esempio paradigmatico -, caso che non ci riguarda assolutamente viste le ultime aste conclusesi con pieno successo.

Bagnai: “Inacettabile propaganda”

“Le affermazioni di Visco secondo cui l’accesso al Mes avrebbe solo vantaggi economici, con l’ unico problema del cosiddetto stigma, sono decisamente sorprendenti nel merito e nel modo”, ha tuonato Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega. “Lo stigma – ha sottolineato – deriva dal fatto che il fondo del Mes è concepito per i paesi che non hanno accesso al mercato. Rivolgersi ad esso quindi è un’ammissione di debolezza, ingiustificata nel caso dell’Italia che continua a collocare titoli a tassi decrescenti e a godere della fiducia dei mercati”.

Riccardo Natale

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