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Foibe, a Torino revisionisti in Comune: spazio allo “storico” che apprezza Tito

by Eugenio Palazzini
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Foibe, il revisionista Gobetti

Roma, 3 feb – Una sala comunale di Torino ospiterà il 5 febbraio una conferenza sulle Foibe. Un’iniziativa che di per sé sarebbe da considerare lodevole, visto che tra sette giorni si celebra (come ogni anno) il Giorno del Ricordo, istituito appunto per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Peccato che l’evento in programma nella sala della Circoscrizione 3, sia promosso dal Centro Sociale Gabrio e sia intitolato “Assemblea Antifascista – Incontro con lo storico Eric Gobetti”. Un evento, secondo gli organizzatori, volto a “far chiarezza sulla memoria delle foibe, troppo spesso narrate in modo parziale o del tutto fazioso”.

Il revisionismo sulle Foibe e la protesta di Aliud

In parole povere in una sala pubblica del capoluogo piemontese si esporranno tesi di stampo revisionista sulle Foibe. Fatto che non è sfuggito agli studenti di destra di Aliud, che hanno contestato la concessione della sala esponendo uno striscione emblematico: “Foibe, li avete uccisi ancora”. Come spiegato da Aliud, “lo scopo dell’iniziativa è stato contestare la concessione di uno spazio circoscrizionale, proprio in corso Ferrucci 65/D, al Centro Sociale Gabrio, in cui si terrà una conferenza revisionista e negazionista sulle Foibe, il 5 febbraio alle 18:30, con tesi volte a sminuire la tragedia patita dagli italiani sul confine orientale per opera dei partigiani comunisti di Tito”.

Di conseguenza, si legge in una nota degli studenti di destra, “chiediamo al presidente della Circoscrizione 3, Francesca Troise, l‘immediata revoca dello spazio concesso all’associazione e una presa di distanze pubblica dall’iniziativa. In caso contrario, sarà nostro dovere quello di presenziare pubblicamente all’incontro per impedirne lo svolgimento”. Apriti cielo, la richiesta di Aliud ha scatenato la reazione dell’Anpi, nota a tutti per il costante impegno volto a garantire la libertà di espressione: “I neofascisti vogliono censurare uno storico e noi dobbiamo mobilitarci a sostegno di Gobetti, persona integerrima e qualificata“, attacca l’associazione dei partigiani.

Uno storico “qualificato”

Ma chi è questo “qualificato” storico che racconterà la sua versione sulle foibe in una sala comunale? Si tratta di “Eric il Rosso”, un signore noto ai più per non essere considerato da nessuno, non fosse per la partecipazione ad alcuni convegni promossi dall’Anpi e per qualche insignificante e decisamente faziosa pubblicazione sulle vicende avvenute tra il 1941 e il 1945 nella ex Jugoslavia e sul confine orientale.

Gobetti, storico

Ma “Eric il rosso”, giusto per sembrare una persona “integerrima e qualificata”, ama inoltre tenere i suoi convegni in sale addobbate con la bandiera jugoslava e ogni tanto si fa fotografare con un bel fazzoletto rosso al collo. E tanto per apparire ancor più credibile, si è fatto fotografare a pugno chiuso davanti alla tomba del suo immacolato idolo: il maresciallo Tito.

Eugenio Palazzini

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10 comments

Jos 3 Febbraio 2020 - 5:58

..ha la stessa faccia da ebete del toninelli..devono essere “parenti”….piombature, piombatura…

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Fabio Crociato 3 Febbraio 2020 - 6:36

La Jugoslavia è morta da un pezzo, ammazzata prima pure dai più veri compagni della Unione Sovietica…

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blackwater 3 Febbraio 2020 - 6:56

quando mi vedo questi sguardi persi nel nulla.da tal Eiric ad ognuna delle sardine,penso che bisognerebbe candidare da postumo il Lombroso al Premio Nobel;

sono sicuro che se questo scienziato fosse vissuto ai tempi nostri,sarebbe riuscito a tracciare perfettamente una corrispondenza tra fisiognomica e l’essere fintamente “compagno”.

a proposito – e so di cosa parlo – questa ennesima sardina non sarebbe sopravvissuto psicologicamente nemmeno una settimana nella jugoslavia di quel maiale che sembra amare tanto;

giusto per ricordare i “monfalconesi” ossia quegli operai italiani che si spostarono in jugoslavia per aderire entusiasti alla – allora – neonata confederazione di infoibatori,finirono deportati in gran numero nella Isola Calva,ossia il lager creato da tito dopo la 2gm per reprimere tra torture ed esecuzioni il dissenso NB dissenso COMUNISTA.

sia ben chiaro,io a differenza di questa sardina che sembra bagnarsi usurpando colori e simboli a noi nemici,mai e per nulla augurerei alcun male,come purtroppo hanno invece patito i nostri fratelli Istriani e Dalmati colpevoli di essere Italiani in una terra italiana da sempre.

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Sergio Pacillo 4 Febbraio 2020 - 8:04

Erik il Rosso, il colonizzatore della Groenlandia.
Ma questa è un’altra storia, una storia di mille anni fa.

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fabiez 4 Febbraio 2020 - 10:18

qualificato perchè ripete a pappagallo ciò che mammà anpi e papà sinistra analfabeta funzionale vogliano che dica.

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SergioM 5 Febbraio 2020 - 2:29

Poi mi chiedete perchè gli ebrei mi stanno sui coglioni …….

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maria 6 Febbraio 2020 - 10:00

Eric Gobetti è uno storico di cui nessuno di voi ha probabilmente letto mezza pagina. E quella non è la tomba di Tito, bensì il museo dell’AVNOJ a Jajce, Bosnia Erzegovina.

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maria 6 Febbraio 2020 - 10:07

Meno male che ci siete voi a essere obiettivi, visto che non pubblicate commenti di chi si oppone alla vostra visione.

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