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Torna dalla Spagna e fa scalo a Bergamo, ma non ha il pass: per rientrare deve volare all’estero

by Cristina Gauri
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aeroporto orio green pass

Roma, 26 gen — Ancora diritti calpestati, ancora orrori e paradossi da super green pass che ormai popolano quotidianamente le cronache di ogni parte d’Italia: è il caso di Veronica Erdas, 34enne di Villasimius (Sud Sardegna) che il 18 gennaio faceva rientro — o meglio, tentava di — nell’isola natìa di ritorno dalle Canarie, accompagnata da un’amica.

Non ha il pass, deve tornare indietro

Arrivata all’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio per fare scalo verso Cagliari, dopo aver superato il check-in la signora fa una brutta scoperta: senza super green pass non si sale sull’aereo. «Lei resta a terra», le comunica perentorio il personale Ryanair. Eppure Veronica prima di mettersi in vola partire aveva regolarmente compilato il modulo Dplf, valido a livello europeo, con il quale si ottiene un Qr Coide valido per il rimpatrio. Sì, fino al rimpatrio, tutto liscio: ma gli spostamenti interni sono vincolati al possesso del passaporto verde super-rafforzato, e la signora ha dovuto tornare in Spagna, per poi trovare un collegamento navale per la Sardegna, fino a Porto Torres. Con un dispendio di soldi e tempo inimmaginabile. Un’odissea finita esattamente tre giorni dopo.

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«Nessuno, anche all’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio, è stato in grado di assistermi», riferisce la donna alla Verità, «ho visto il mio volo partire e sono rimasta abbandonata a me stessa per ore, vivendo un attacco di panico, dentro un aeroporto che ho trovato molto disorganizzato». A tutto il disagio si aggiunge la burocrazia legata alle quarantene: tre giorni persi e cinque giorni di isolamento che la donna si era impegnata di rispettare, senza poter abbracciare i propri cari. «Mia figlia ha sei anni ed è diabetica di tipo 1», spiega, «se il padre avesse dovuto recarsi a lavoro e non avesse potuto assisterla a causa del mio ritardo, chi se ne sarebbe preso cura fino al mio rientro?».

Alla signora Erdas non è rimasto niente altro da fare che compilare il modulo di reclamo della compagnia aerea. «Se nel documento di reclamo mi vengono prospettate determinate opzioni in termini di assistenza anche economica che avrei potuto ricevere», prosegue, «forse avevo dei diritti che in quel momento, quando sono stata bloccata all’aeroporto di Bergamo, non conoscevo; e questi diritti sono stati calpestati tutti; quindi oltre al danno ora mi tocca anche la beffa».

Cristina Gauri

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