Roma, 12 gen — Troppi morti Covid in Italia, e il fatto che la malattia infierisca in particolar modo su anziani e fragili «non basta a spiegare la frequenza di decessi»: ne è convinta l’epidemiologa Stefania Salmaso, ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità.
Troppi morti Covid, di chi è la colpa?
«Bisognerebbe avere ulteriori informazioni, conoscere le comorbilità, le tempistiche dei ricoveri, l’eligibilità per trattamenti terapeutici» come gli anticorpi monoclonali, spiega in un’intervista alla Stampa: «insomma se ci sono margini di miglioramento del terribile carico di casi fatali giornaliero». Un aspetto sul quale andrebbero condotti studi, senza scartare l’ipotesi che la motivazione dell’elevato numero di morti Covid sia da imputare ad alcune carenze del nostro sistema sanitario. «Penso per esempio alla quantificazione della quota prevenibile con antivirali entro cinque giorni dall’infezione. Mentre i vaccini sono offerti a tutti, questi farmaci sono a rischio disuguaglianza. E serve una campagna sul tema che coinvolga i medici di base».
Le computazioni dei decessi
Alla base di tutto, puntualizza Salmaso, si dovrebbe rivedere il metodo di computazione dei dati relativi ai morti di Covid: «Ogni Paese conta i morti diversamente difficile fare confronti, ma occorre lavorarci», spiega indicando la necessità di compiere un’analisi più approfondita. «In Italia si dovrebbe poter sapere età, regione e luogo dei decessi. Sarebbe utile alla prevenzione. È complicato raccogliere questi dati. L’Istituto superiore di sanità prova a farlo, ma è difficile senza un sistema digitalizzato integrato. Le regioni, coordinate dal ministero della Salute, dovrebbero collaborare a un sistema di informazione collegato con ospedali, medici di famiglia e laboratori di analisi. Non si possono combattere le nuove pandemie con gli strumenti del secolo scorso. Lo vediamo anche dalla difficoltà delle Asl a controllare isolamento e quarantena, che andrebbero automatizzati».
Il ruolo di Cts e Iss
L’epidemiologa mette sotto la lente d’ingrandimento la responsabilità Cts, Iss e virologi vari. Benché «la pluralità di voci» aiuti, «Ho notato spesso però una comunicazione in cui non sono evidenziati i motivi delle scelte». Il problema risiede nella mancanza di trasparenza: «Quando il Cts formula le sue raccomandazioni non sono disponibili i dati su cui si basano, né sintesi delle discussioni. Così pure il governo non indica quanta parte delle decisioni prese sia dovuta a evidenze scientifiche; e quanta a valutazioni di fattibilità operativa».
Cristina Gauri
2 comments
Nel capitalismo saccheggiatore non solo la sanità ha delle mancanze (e pure ingerenze di troppo!), pensiamo alla industrializzazione alimentare, al indebitamento finanziario, al marketing non etico, alla istruzione carente e deviata, alla droga imperante, alla burocrazia asfissiante, alla redistribuzione dei soli costi, alla chiesa solo politica, ad un ceto dirigente di classe inferiore, all’ assalto dei più pompati, ecc.ecc. … Tutti fattori che incidono sullo stato di salute, eccome! Siamo come un pugile all’ angolo ma pochi riescono, figuriamoci ammettere! Il cercare l’ ago (seppur gigantesco), nel pagliaio da parte dello specializzato non basta !!
Da; lapecoranera.it
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