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Tutti al mare, anzi no. Renziani e clandestini gli unici a navigare liberamente

by Lorenzo Zuppini
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Renziani, clandestini

Roma, 28 lug – Eppoi ci dicono del razzismo. Due sono le categorie che oggigiorno possono ancora permettersi di navigare e sbarcare liberamente: renziani e clandestini. I primi ripresi da un selfone estivo durante una traversata in motoscafo, una gitarella di mare tra amici di partito senza distanziamenti né mascherine, segno che a certe latitudini del mondo il Covid-19 non può giungere, di certo non a quelle di Maria Elena Boschi Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, l’arciduchessa plenipotenziaria gaudente clamorosa che, in salsa fantozziana, è molto umana ma dall’umanità si mantiene a debita distanza; i secondi, tecnicamente immigrati clandestini dunque irregolari che si stanno riversando sulle nostre coste autonomamente o con l’ausilio delle Ong tornate ad amoreggiare col loro amore originario, ossia la sinistra italiana giunta per magia al governo del paese.

Il totem Rackete

Tra tutti costoro, alcuni punti in comune: sicuramente la figura totem della speronatrice Carole Rackete, per la quale il Gennaro Migliore presente nel selfone fece il mozzo, e certamente il più classico dei classici sentimenti dei buontemponi ossia la generosità senza lungimiranza, l’accattonaggio di applausi mediocri, il moralismo dissoluto. Ecco, costoro navigano, si incrociano, amoreggiano in senso platonico, gli uni desiderano gli altri tenendoli però al contempo a chilometri di distanza, eppoi sbarcano eppoi pontificano mantenendosi sulla medesima lunghezza d’onda. Vedrete difatti che, dati questi sbarchi che secondo lor signori non potevamo evitare, le due sponde di umani intenti a navigare e sbarcare convergeranno nel comune intento di proporre e imporre una nuova forma di ius soli, col fine di perpetrare una sostituzione etnica che loro considerano il miglior regalo possibile. La nostra rinascita che coinciderà con la nostra morte, con la nostra fine, con la sparizione dell’ultima radice che ci tiene ancora ancorati a questa lingua di terra.

Mediocri liberticidi

Sai cosa ce ne frega delle vacanze di Maria Elena Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare e dei suoi amici tutti stralunati come se fossero in crisi d’astinenza d’Erasmus. Niente, che navighino dove e come vogliono. Ciò che interessa a noi è l’incoerenza di una classe politica la cui mediocrità è ai limiti della sopportazione, intenta oggi a prorogare i pieni poteri in capo all’avvocato “Giuseppi” di Foggia e a inondare le spiagge italiane di clandestini e di militari armati sino ai denti, oltretutto spediti sulla sabbia a controllare non si sa bene cosa. In verità, è il loro gusto dell’orrido la risposta più azzeccata alle nostre perplessità, e l’altra verità è che costoro ci privano, prima che della libertà, della certezza di chi siamo e di cosa possiamo e dobbiamo pretendere. L’assuefazione al loro sistema propagandistico e repressivo ci ha ormai indotto a ritenerci responsabili di qualcosa di grave che apparentemente esiste, è accaduto, ma che in realtà non è mai avvenuto. Riteniamo di meritarci i lockdown, i mille euro a testa di multa, i militari mandati a fare i bagnini, le commissioni di vigilanza e tutte le altre porcherie che questa ciurma di imbonitori ci presenta quotidianamente servendole su di un letto di merda. Mentre loro veleggiano da un’utopia di socialismo reale alla prossima ingozzata di caviale, garantiti dallo Stato che loro stessi rappresentano ed utilizzano come ariete nelle vite di tutti noi.

Italiani, dunque ospiti sgraditi

Talvolta non puoi crederci. Leggi, vedi, ascolti e pensi ‘che cazzo’, non è possibile. Immigrati sbarcati a Lampedusa con al guinzaglio un barboncino: sembra una messinscena, una commedia ben riuscita, uno scherzo, dai. No, è una prova di forza, un esperimento su esseri viventi per mostrare al mondo intero quanto questa porzione di Terra sia ormai finita, terminata, sottoposta a lenta e volontaria eutanasia. Anche di fronte a un barboncino gli italiani si inchinano, molestati e bastonati dalla melassa antagonista amante della comodità. Il punto, oggi, è che non si sono ancora sbracati a sufficienza, la condizione dell’Italia non è abbastanza grottesca per indurli a fermarsi. Lo svacco deve continuare, gli italiani debbono finire per sentirsi ospiti sgraditi, annichiliti e addomesticati. E il bello è che, per costoro, va bene la solita preghiera: tornatevene a casa vostra e lasciateci in pace. Alla Maria Elena Vien dal Mare, prima che ai clandestini.

Lorenzo Zuppini

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