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Twitter, continua lo scontro con l’Ue: il social esce dal Codice di condotta sulla disinformazione

by Andrea Grieco
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Twitter

Roma, 5 giu – Non sembra volersi concludere il faccia a faccia tra Twitter e la Commissione dell’Unione europea, la quale, attraverso Vera Jourovà, vicepresidente e responsabile per i Valori e la Trasparenza, ha fatto sapere che il gigante dei social network sarà ora oggetto di un “attento scrutinio” per “aver raccolto su di sé molta attenzione”. Questa forte presa di posizione della Commissione Ue arriva in seguito alla decisione di Twitter di uscire dal Codice di condotta sulla disinformazione, decisione che, secondo i vertici europei, farebbe intendere la volontà da parte del sito web di proprietà di Elon Muskdi “continuare lo scontro”, considerato dagli stessi “un errore”.

La posizione di Twitter non è delle migliori secondo l’Ue

“Se Twitter vuole operare e fare soldi nel mercato europeo deve rispettare le nostre norme e prendere le misure appropriate“, ha aggiunto Jourovà, sottolineando come la posizione del social non sia al momento ottimale. La vicepresidente ha in seguito affermato ulteriormente: “Vogliamo che i firmatari del Codice di condotta si preparino per l’arrivo della legge sui servizi digitali“, riferendosi alla nuova legge che entrerà in vigore il prossimo 25 agosto, la quale intenderà contrastare “nuovi rischi e conseguenze negative per la società” portate dall’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale.

Contrasto ai nuovi pericoli del web

La Commissione Ue sta da tempo lavorando sull’evoluzione e adattamento del codice sulla disinformazione in vista degli sviluppi tecnologici: “in pochi secondi” i chat bot possono infatti creare “immagini autentiche di eventi mai accaduti” e i “software di generazione vocale possono imitare la voce di una persona sulla base di un campione di pochi secondi”, per questo “l’entrata nel Codice di condotta è essenziale”. Ci sono ancora troppi rischi sulle piattaforme e le capacità di controllo e di etichettatura sono ancora troppo scarse in tutta l’Ue, per questo il dibattito sulla limitazione dell’autonomia dei social network è di importanza vitale.

Andrea Grieco

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