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Negli ultimi sei mesi, sbarchi di immigrati aumentati del 150%: tutti i numeri del governo Meloni

by Francesca Totolo
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Immigrati

Roma, 4 mag – Nel programma elettorale 2022 del centrodestra, si leggeva “contrasto all’immigrazione irregolare”, “difesa dei confini nazionali” e reintegro dei “decreti sicurezza” di Matteo Salvini. Al momento, sulla questione immigrazione clandestina, il governo Meloni ha varato decreto-legge 10 marzo 2023, il cosiddetto “Decreto Cutro”, approvato ieri alla Camera. Nel testo passato in Senato, troviamo il giro di vite sulla protezione speciale (rinnovabile solo per 6 mesi e concessa solo per comprovati motivi), pene più severe per i trafficanti di esseri umani, i passeur e gli scafisti (fino a 30 anni di reclusione se durante il viaggio muoiono o vengono feriti alcuni immigrati), il potenziamento delle risorse per i rimpatri e le espulsioni (con la connessa costruzione di altri centri di permanenza per il rimpatri), semplificazione delle procedure per chi vuole entrare regolarmente sul territorio italiano e il potenziamento del sistema di sorveglianza marittima, affidando alla Marina militare nuove mansioni di monitoraggio e di condivisione intergovernativa di informazioni. A novembre, è entrato in vigore il cosiddetto “decreto Ong” del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che voleva limitare i traghettamenti delle navi delle Ong. Ora analizziamo la situazione degli sbarchi di immigrati dopo sei mesi di governo Meloni.

Sbarchi aumentati del 150%

Dal primo novembre al 30 aprile, gli sbarchi di immigrati in Italia sono stati in totale 62.052. Rispetto al medesimo periodo 2021-2022, gli sbarchi sono aumentati del 150 per cento mentre, rispetto al medesimo periodo 2020-2021, sono aumentati del 289 per cento.

Se gli sbarchi dalla Tripolitania sono diminuiti in percentuale, passando dal 57 per cento del 2022 al 42 per cento del 2023, probabilmente grazie al rafforzamento del protocollo Italia-Libia realizzato dal governo Meloni, di converso sono aumentati gli sbarchi di barconi provenienti dalla Tunisia, dalla Turchia e dalla Cirenaica. Ora, è sempre più frequente che le navi delle Ong si posizionino nella zona Sar (ricerca e salvataggio) di Malta a est dell’isola per effettuare trasbordi di immigrati.

Con la Cirenaica e la Turchia, l’Italia non ha ancora alcun accordo per il contrasto all’immigrazione clandestina. Nel 2016, in seguito alle pressioni della Germania, fu raggiunto l’accordo Ue-Turchia, che mirava a fermare il flusso di immigrati diretto in Europa attraverso la rotta balcanica. Ad Ankara, arrivarono 6 miliardi di euro. Per quanto riguarda la Tunisia, dopo la visita a Tunisi della commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson, la commissione europea ha diramato una nota sulla nuova intesa che comprenderà “il sostegno alla protezione delle frontiere marittime e delle frontiere meridionali della Tunisia, il potenziamento delle forze di polizia e della cooperazione giudiziaria, una cooperazione operativa rafforzata con le pertinenti agenzie dell’Ue, come Eurojust ed Europol, e la sensibilizzazione sui pericoli della migrazione irregolare, con campagne di informazione finanziate dall’Ue che saranno lanciate a maggio e giugno”. Inoltre, la Ue coopererà con la Tunisia per il rimpatrio degli immigrati clandestini arrivati nel Paese nordafricano.

Gli sbarchi delle navi delle Ong

Nei mesi scorsi è entrato in vigore il cosiddetto “decreto Ong” del ministro Matteo Piantedosi allo scopo di regolamentare la condotta delle Ong, limitando il pull factor prodotto dalle loro navi davanti alle coste delle Libia.

Dal primo novembre 2022 al 30 aprile 2023, i traghettamenti di immigrati in Italia delle navi delle Ong sono stati 3.987, in calo rispetto al medesimo periodo del 2021-2022 ma in aumento rispetto a quello 2020-2021. In rapporto al numero degli sbarchi provenienti dalla Libia, la percentuale degli immigrati traghettati in Italia dalle navi delle Ong è però notevolmente diminuita. Nel periodo 2020-2021, il 28 per cento degli immigrati provenienti dalla Libia era sbarcato dalle navi delle Ong, il 40 per cento nel periodo 2021-2022 e il 15 per cento nel periodo 2022-2023.

Gli immigrati sbarcati in Italia fuggono dalla guerra?

Dai dati del Viminale pubblicati il 30 aprile scorso, si evince che le prime sei nazionalità dichiarate dagli immigrati al momento dello sbarco sono la Costa d’Avorio, la Guinea, l’Egitto, il Pakistan, il Bangladesh e la Tunisia, tutti Paesi non in guerra e con governi riconosciuti dalla comunità internazionale. Poco più di 2mila siriani, circa 500 afghani, una ventina di iracheni e una decina di libici sono sbarcati nei primi quattro mesi del 2023. Quindi, solo il 6 per cento degli immigrati scappava realmente da un Paese destabilizzato.

Francesca Totolo

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2 comments

Germano 4 Maggio 2023 - 1:12

Vuol dire che questo governo è fallito. Non siamo un paese sovrano, questo governo dipende da ciò che decidono gli usurai di Wall Street

Reply
“Meloni mente, è incapace di risolvere il problema migranti”: cosa c’è dietro l’attacco del ministro francese 4 Maggio 2023 - 3:29

[…] Negli ultimi sei mesi, sbarchi di immigrati aumentati del 150%: tutti… […]

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