Roma, 6 gen – Gli aiuti economici ai comparti più danneggiati dal lockdown, il Recovery fund e il piano di distribuzione dei vaccini sarebbero già finiti nel mirino della mafia.
Lo denuncia il Viminale nel quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi. Le 98 pagine di analisi profilano lo scenario di una malavita organizzata ben intenzionata a non lasciarsi sfuggire la golosa opportunità offerta dal Covid-19 e dal suo triste «indotto» di situazioni emergenziali, ritagliandosi consistenti margini di guadagno. Lo riferisce Agi.
La mafia ingolosita dal Covid mette gli occhi su aiuti e vaccini
Sarebbe in atto, spiega lo studio, innanzitutto un tentativo di «accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia, con modalità del tutto assimilabili a quelle adottate dalla più generale criminalità economico-finanziaria (falsificazione di documenti fiscali, utilizzazione strumentale di società cartiere, coinvolgimento di esperti giuridico-contabili)»; di «ottenere, da parte delle strutture sanitarie interessate, il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive», nonché l’infiltrazione «nei servizi di sanificazione che interessano le strutture turistico alberghiere e commerciali».
Il rischio per gli imprenditori
Vi è inoltre il rischio che mafia, camorra e ‘ndrangheta tentino di accreditarsi presso gli imprenditori in difficoltà economiche «per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario» per poi «subentrare negli asset proprietari o di controllo»; da non escludere nemmeno il ricorso all’usura «anche verso le fasce più deboli della popolazione».
Una grande opportunità di lucro per la mafia verrebbe offerta anche dai vaccini, «area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale».
I settori più a rischio
I settori economici maggiormente a rischio sono quelli «resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia (legati alla richiesta di presidi medico-sanitari, all’utilizzo dell’e-commerce, alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari, ai servizi di pulizia e funebri)» e, all’opposto, quelli «più colpiti dal protrarsi della crisi, acuita dalle misure restrittive adottate per frenare l’epidemia (commercio al dettaglio, turismo, trasporti, attività di intrattenimento)».
L’Osservatorio non esclude nemmeno che la mafia sfrutti il disagio sociale per acquisire consenso: «il rischio che la criminalità organizzata possa sfruttare il disagio sociale esternato nelle manifestazioni» di protesta. Non a caso investigatori ed intelligence «stanno monitorando le dinamiche dei contesti sociali al fine di scongiurare possibili saldature tra il malcontento diffuso, generato da situazioni di difficoltà, ed il tentativo di gruppi criminali di mettere a rischio la tenuta dell’ordine pubblico».
Cristina Gauri
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[…] La mafia avrebbe ormai individuato nell’emergenza sanitaria una grande opportunità di infiltrazione facilitata dallo «snellimento delle procedure d’affidamento degli appalti e dei servizi pubblici». Il settore più colpito potrebbe diventare proprio quello sanitario. E’ l’allarme lanciato dalla Dia, secondo cui è «oltremodo probabile» che i clan cercheranno di mettere la mani sull’attesa pioggia di finanziamenti per le grandi opere e la riconversione alla tanto decantata green economy. […]