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La vedova di Totò Riina chiede il reddito di cittadinanza. E l’Inps risponde così

by Cristina Gauri
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ninetta bagarella moglie totò riina

Roma, 14 nov – La vedova del boss mafioso Totò Riina, Ninetta Bagarella ha chiesto, senza però riuscire ad ottenerlo, l’assegno del reddito di cittadinanza voluto da Di Maio & co. L’Inps ha respinto al mittente la domanda per l’ottenimento del sussidio. L’associazione di consumatori e utenti Giustitalia ha definito la bocciatura dell’istituto previdenziale “un’ingiustizia fiscale”, annunciando il ricorso. L’avvocato Alessandro Romano, membro dell’associazione insieme a Samantha Faiella, ha così dichiarato a PalermoToday: “L’ente previdenziale ha commesso un errore, la signora ha tutti i requisiti di legge per ottenere il sussidio in quanto le andava applicata una detrazione di 950 euro per il nipote convivente e senza reddito”.

I requisiti

Per beneficiare dell’assegno occorre soddisfare requisiti di legge ben precisi: il reddito “familiare” non deve oltrepassare i 9.360 euro annui e non bisogna possedere un patrimonio immobiliare (fatta eccezione per la prima casa) superiore a 30 mila euro. Come riferisce il Giornale, Ninetta Bagarella è proprietaria di una casa a Corleone e di un fondo agricolo e percepisce un reddito pensionistico di 10.560,34 euro. La vedova del boss mafioso ha presentato un Isee relativo all’anno 2018 che oltrepassa di poco il limite di quello richiesto per il sussidio. La normativa prevede che dal conteggio del reddito annuo vengano detratti 950 euro per i figli con un’età compresa tra 3 e i 18 anni, oltre che ai nipoti ex filio conviventi e privi di reddito. “La signora Bagarella – spiega l’avvocato – ha a carico un nipote maggiorenne che non lavora e fino a 26 anni si può beneficiare della detrazione di 950 euro, ma nonostante questo, circa una settimana fa, tramite il call center ha saputo che la sua domanda è stata respinta. Il problema è tecnico. Faremo ricorso”.

“Una donna innamorata”

Ninetta Bagarella, 75 anni, è la sorella minore di Calogero e Leoluca Bagarella. Subì il primo processo nel luglio del 1971 perché ritenuta complice di Salvatore Riina. Per lei vennero proposti quattro anni di soggiorno obbligato in una località del nord Italia, ma riuscì tuttavia a evitare la condanna grazie a un appello accorato ai giudici, nel quale si definì semplicemente “una donna innamorata del proprio fidanzato”. Nel gennaio del 2007 la famiglia di Totò Riina è stata condannata a risarcire la famiglia di Paolo Borsellino con una cifra di 3 milioni e 360 mila euro, a seguito della causa intentata dalla vedova del giudice contro la stessa Ninetta Bagarella.

Cristina Gauri

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