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Cosa รจ veramente successo a Tor Sapienza?

by La Redazione
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tor-sapienzaRoma, 15 dic – Quando alla politica serve un alibi, la presenza dell’uomo nero, dell’alieno nazifascista venuto da chissร  dove a gettare scompiglio fa sempre brodo. Perchรฉ se la rabbia popolare รจ vera e autentica, allora bisogna fare i conti con fallimenti politici, sociali e culturali. Bisogna prendersi responsabilitร  e trovare soluzioni. Se invece l’elemento perturbante viene da fuori, allora sono tutti assolti.

รˆ esattamente per questo motivo che i fatti di Tor Sapienza stanno occupando di nuovo le cronache cittadine. Dopo i primi timidi tentativi di autocritica politica, l’emergere dell’inchiesta su Mafia Capitale ha ridato fiato alle piรน astruse teorie del complotto circa quanto avvenuto nella borgata romana nello scorso novembre.

Cerchiamo di capire meglio ciรฒ che รจ accaduto, allora, al di lร  delle paranoiche ricostruzioni di fantacronaca che si leggono sui giornali.ย Accade infatti che la sera del 10 novembre un gruppo di persone tenti di assaltare il centro rifugiati di viale Morandi. Chi sono quelle persone? E perchรฉ fanno quello che stanno facendo?

I comitati di quartiere di Tor sapienza, in realtร , sono sul piede di guerra da tempo. Basti pensare che, anche se pochi lo ricordano, il sindaco Ignazio Marino era giร  stato a Tor Sapienza il 17 settembre 2013, proprio per monitorare una situazione potenzialmente esplosiva. Sul web si trovano decine di testimonianze circa le battaglie dei cittadini del quartiere contro i roghi tossici che si levano quotidianamente dal campo rom di via Salviati e contro la prostituzione di strada.

La situazione รจ giร  incredibilmente calda quando a fine ottobre un uomo di 62 anni viene picchiato a sangue e derubato in un tratto di viale Morandi. Pochi giorni dopo un tentato stupro ai danni di una giovane madre del quartiere รจ la classica goccia che fa traboccare il vaso. Benchรฉ tutte le testimonianze indichino persone dell’Est Europa come responsabili di questi crimini, l’attenzione si concentra sul centro rifugiati di viale Morandi, i cui inquilini sono comunque accusati dagli abitanti del quartiere di comportamenti sconvenienti e provocatori, oltre che di risse confermate pubblicamente dalla stessa Gabriella Errico, presidente della cooperativa sociale Un sorriso, che gestisce il centro.

Il raid del 10 novembre รจ frutto di questo clima di esasperazione. Non c’รจ bisogno che qualcuno soffi sul fuoco: a Tor Sapienza l’incendio divampa da solo. Si dice che l’azione avvenga fra slogan truculenti e razzisti, cosa probabile: la rabbia popolare non si sviluppa mai secondo le regole del galateo. Si dice anche che qualcuno inneggi al Duce, che suona un po’ come un tentativo di trovare a tutti i costi una pistola fumante: ma perchรฉ, quand’anche uno sia un โ€œestremista di destraโ€, dovrebbe compiere agguati inneggiando a Mussolini? E perchรฉ, soprattutto, dovrebbe fare ciรฒ se sta compiendo una operazione di guerra sporca, tentando di far passare per spontanea un’azione in realtร  coordinata a tavolino, come si รจ detto? I neofascisti, per mimetizzarsi nel quartiere, fanno raid inneggiando al Duce. Mah…

Dopo l’assalto, comunque, il presidente del comitato Tor Sapienza Tommaso Ippoliti cerca di spiegare a caldo lโ€™accaduto: โ€œQuesta notte รจ stata unโ€™iniziativa spontanea di alcuni abitati esasperati. Non รจ una questione di razzismo nรฉ di ronde, siamo solo stanchi, non ne possiamo piรนโ€. Non parla di infiltrati, di manovre, di complotti, parla di una situazione esplosiva che รจ degenerata, ma che รจ nata nel quartiere.

Eppure la teoria dell’infiltrato nero (nero nel senso del colore politico, non della pelle) comincia a spopolare sui media. Il giorno dopo, intanto, verso le dieci e mezza di sera, ci sono nuovi scontri, ancora piรน duri.

La teoria del complotto trova il suo apice surreale nello โ€œscoopโ€ di Piazza Pulita, che ospita la testimonianza di un sedicente abitante del quartiere che, ripreso di spalle e incappucciato, afferma: โ€œGente che non รจ del quartiere cโ€™รจ dietro a questa cosa. Cโ€™รจ una regia dietro, li ho visti con i miei occhi. Sono arrivati qui e hanno cominciato a istruire, hanno preparato. Io stesso li ho sentiti dire alle donne di parlare di โ€˜sti tentati stupri, di furti, di calcare la mano, di fare piรน pesante quella che รจ la situazione realeโ€.

Oltre ad essere del tutto priva di riscontri, questa versione contraddice anche i piรน elementari dati sociologici sull’antropologia delle periferie che, soprattutto al centrosud, prima di essere โ€œrosseโ€ o โ€œnereโ€, โ€œrazzisteโ€ o โ€œantirazzisteโ€, esprimono soprattutto una cultura territoriale: non si ama, per dirla con un eufemismo, che qualcuno venga da fuori a farla da padrone โ€œa casa loroโ€. Questo รจ vero per gli immigrati catapultati lรฌ, ma sarebbe vero anche per un gruppo di โ€œincappucciatiโ€ calati nel quartiere di notte per organizzare una guerriglia, istruendo abitanti che, chissร  perchรฉ, avrebbero seguito tali istruzioni pedissequamente.

Il video che viene diffuso sugli scontri con la polizia, del resto, non mostra nรฉ incitamenti al fascismo, nรฉ chissร  quali abilitร  strategiche dei manifestanti. In compenso sentiamo distintamente delle voci provenienti apparentemente dalle finestre e dai palazzi in cui si avvertono le persone in strada dell’arrivo dei celerini. Insomma, l’impressione di una manifestazione spontanea del tutto organica al quartiere รจ forte.

La teoria del complotto viene smentita anche dal Viminale. Durante le interrogazioni parlamentari alla camera del 25 novembre, il ministro dellโ€™Interno Angelino Alfano dichiara che โ€œal momento non ci sono riscontri sulla presenza di elementi dellโ€™estrema destra romana o ultrร  delle tifoserie locali negli scontri verificatisi a Tor Sapienza lo scorso 11 novembreโ€.ย Nei collegamenti dal quartiere i cittadini ripetono la stessa veritร  di fronte alle telecamere, come per esempio a Matrix (minuto 00.54.55) quando una cittadina spiega chiaramente che โ€œnon abbiamo nessun movimento politico alle spalle, anche la rivolta รจ stata spontaneaโ€.

Persino l’estrema sinistra militante romana, che pure avrebbe tutto l’interesse ad attaccare i dirimpettai dell’estrema destra, afferma con nettezza: โ€œCome sa chiunque si sia affacciato a Giorgio Morandi, nessuna organizzazione neofascista ha prodotto o si รจ inserita nella rivolta di quartiere contro il centro migrantiโ€.

E poi chi sarebbero, questi infiltrati misteriosi? Piรน d’uno propone, senza il minimo riscontro, il nome di CasaPound Italia. Carlo Bonini, su Repubblica, avanza persino l’ipotesi che il timing delle proteste nelle periferie in cui รจ presente Cpi sia sostanzialmente concordato a tavolino con Buzzi e soci, per creare un’emergenza che poi i vari Odevaine si impegnino a risolvere facendoci una ricca cresta. Ma al di lร  di fumose illazioni non si puรฒ andare, sorvolando allegramente sul fatto che almeno un ricco affare per la cooperativa Eriches 29, legata a Buzzi e finita nelle indagini su Mafia Capitale, รจ saltato proprio grazie a CasaPound e alla sua mobilitazione contro il centro di Settecamini.

Insomma, la storia della violenza portata da fuori non aiuta a capire, aiuta solo a liberarsi la coscienza. Che poi, nel torbido mondo delle cooperative, โ€œUn Sorrisoโ€ e โ€œโ€9 Giugnoโ€ potessero avere interessi contrastanti, come asserisce solo ora la Errico a Repubblica, puรฒ anche darsi. Un motivo in piรน per fare luce sulla galassia del business dell’accoglienza, lasciando perรฒ da parte teoremi, complotti e fantacronaca.

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