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Alla riscoperta dell’archeologia subacquea siciliana: parla Alberto Samonà

by La Redazione
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Roma, 14 mar – “Non invidio a Dio il Paradiso, perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”. Sarebbero tante le cose da elencare per confutare l’affermazione del Re di Sicilia Federico II. Sarebbe molto difficile metterle tutte in riga, sarebbe più facile scoprirle un po’ per volta.

Il ricordo di Sebastiano Tusa

Qualche giorno fa, esattamente il 10 di marzo, è stata ricordata la figura di Sebastiano Tusa. Archeologo di fama internazionale, che fu uno degli otto italiani vittime del disastro aereo del Boeing 737 della Ethiopian Airlines precipitato poco dopo il decollo da Addis Abeba, due anni fa. Da quel momento si sono moltiplicate le iniziative per ricordarlo e soprattutto per continuare il grande lavoro fatto, nei diversi ruoli ricoperti. A lui si deve l’istituzione della prima Soprintendenza del Mare. L’ente costituito per tutelare, gestire e valorizzare l’immenso patrimonio che si trova nelle profondità più blu di fronte le coste siciliane. Dunque in primis la ricerca, il censimento, la vigilanza e fruizione di ciò che di storico, naturalistico e demo-antropologico c’è ancora nei fondali.

Correva l’anno 2004, Presidente della Regione Sicilia era Totò Cuffaro. Era finalmente arrivato il giorno della naturale evoluzione del percorso iniziato da Tusa nel 1999 con l’istituzione di un gruppo per la ricerca archeologica subacquea (G.I.A.S.S.) poi divenuto S.C.R.A.S. (Servizio coordinamento ricerche archeologiche sottomarine). Intuizione di ciò che poteva essere riportato alla luce e al pari del già ricco patrimonio presente sulla terra di Sicilia. Sono ben 7 i siti riconosciuti dall’Unesco, giusto per fare un esempio.

Nasce la “Giornata dei beni culturali siciliani”

Nel secondo anniversario della morte la Regione Sicilia ha voluto indire la Giornata dei beni culturali siciliani. “Perché restano incancellabili il suo pensiero, l’intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza dei modi e una strada da lui tracciata che noi tutti siamo chiamati a proseguire”. A parlare è l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà: “Non esiste modo migliore di ricordare Sebastiano Tusa se non quello di portare avanti i progetti, di condurre nel miglior modo possibile l’attività della Soprintendenza del Mare”. Guidata dal 2019 da Valeria Li Vigni, vedova Tusa e già Direttrice del Museo di arte moderna di palazzo Riso.

Una prosecuzione naturale, spiegano le cronache del tempo, considerato che il ruolo era stato lasciato da Tusa quando divenne assessore regionale nella giunta Musumeci l’11 aprile del 2018. “Nuovo slancio hanno avuto le operazioni di ricerca, impreziosite da ritrovamenti assolutamente straordinari. Pensiamo al rostro della nave romana riportato in superficie (dopo dieci anni di spedizioni), al largo dell’isola di Levanzo, nelle Egadi. Testimonianza della battaglia navale combattuta tra Roma e Cartagine nel 241 a.c.”

Entusiasmo contagioso, quello dell’assessore Samonà. “Le aree archeologiche subacquee sono testimoni muti del passato. Tocca a noi amministratori e agli studiosi del settore ridar loro voce, affinché ci narrino di battaglie, commerci, scambi di cui non siamo riusciti ad avere altre tracce. Così se le Egadi ci parlano delle guerre puniche, al largo di Marausa (Trapani) la scorsa estate è stata individuata una nave oneraria, cioè addetta ai trasporti commerciali”. Attività di ricerca, conseguenti ritrovamenti ma soprattutto promozione, vigilanza e tutela: “Abbiamo riattivato i percorsi sottomarini e c’è un costante dialogo con i centri immersioni delle zone costiere lungo tutto il perimetro dell’Isola. Sono le nostre sentinelle. Perché purtroppo esistono anche i tombaroli sott’acqua che, come quelli di terra, privano la collettività di pezzi della nostra storia”.

Tutti i progetti di Samonà

L’attività divulgativa di tutto quanto possa riguardare i fondali marini della Sicilia non può certo prescindere da siti sulla terra che ne raccontino la ricchezza. “Altro importante fronte dove i progetti sono in via di completamento. A Gela – prosegue Samonà – sono iniziati poco più di un mese fa e saranno ultimati entro il 2022 i lavori per la realizzazione del Museo della Nave Greca, la più antica in assoluto mai rinvenuta (VI secolo a.C.), all’interno del Bosco Littorio dove saranno in esposizione tanti altri relitti di navi, e dove è stata anche allestita la mostra ‘Ulisse e la Sicilia’. Un altro grande progetto è riservato alla Provincia di Trapani ma al momento non posso parlarne”.

Nell’attività di assessore di Samonà, le aree archeologiche sono uno dei tasselli, ma non l’unico. Ogni singolo sito si propone all’attenzione di amministratori locali e regionali. “Sono partiti progetti di restauro a Piazza Armerina, a Morgantina, che si trovano al centro della Sicilia ed a cui il Presidente Musumeci tiene in particolar modo”. Gli itinerari si allargano a dismisura, i beni culturali si moltiplicano e l’attenzione cala. Scendiamo allora dall’ipotetica nave che ci ha fatto solcare il blu di Sicilia, dove altre scoperte attendono solo di tornare a galla.

Emanuela Volcan

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