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“Attacco alla famiglia”: un saggio che difende il radicamento comunitario

by La Redazione
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Firenze, 3 dic – Che cos’è la famiglia? Se lo chiede Pierre de Meuse, autore dell’Institut Iliade e ottimo intellettuale francese, che sforna un bellissimo saggio tascabile unico nel suo genere – Attacco alla famiglia. Radicamento personale e resistenza comunitaria – tradotto e pubblicato nel Belpaese da Passaggio al Bosco Edizioni.

La risposta è fin troppo chiara, in corretta divergenza con la vulgata dominante. La famiglia non potrà mai essere un semplice contratto tra due individui che si amano, indipendentemente dal sesso. Era e deve continuare ad essere molto di più: in ballo non c’è – come affermano i cultori del progressismo sradicante – “il primato del patriarcato”, bensì il mantenimento di un equilibrio sociale, culturale e psicologico che ha sempre trovato nella famiglia il primo dei riferimenti e il più solido dei pilastri.

Attacco alla famiglia: un saggio per riaffermare l’etica radicata e comunitaria

Dinanzi agli eccessi della “famiglia” contemporanea, Pierre de Meuse ci invita quindi a guardare al nostro passato, per riflettere sulle condizioni della sua futura rinascita. In origine, infatti, la struttura familiare era al centro di un ordine sociale più ampio: ceppi, clan e comunità – per millenni – hanno rappresentato l’ossatura del nostro vivere, costituendo il ponte tra la natura e la cultura. Il suo moderno declino – di fatto – è la risultante di un lungo processo di individualizzazione, che ha visto il trionfo dei desideri effimeri e il crollo dei riferimenti verticali.

Per difendere efficacemente la famiglia – allora – non basta attenersi all’affermazione minimalista che la vuole composta da un uomo e da una donna: bisogna rifiutare la moderna “dittatura del singolo”, per riaffermare un’etica naturale, complementare, radicata e comunitaria. Questo saggio – accurato e controcorrente – rappresenta un profondo viaggio nella storia, nella religione, nella sociologia, nel costume e nel Diritto: perché la famiglia – che è organismo vivente e patrimonio insostituibile – deve poter tornare ad essere il fulcro della partecipazione e del lignaggio, dell’educazione e del retaggio, degli affetti e delle virtù, della custodia e della trasmissione, dell’eredità condivisa e della vita vissuta.

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