Sono saette che squarciano il cielo agitato del Novecento italiano: libere, fragorose e potenti, come solo lo spirito del loro autore sapeva essere. Le Stoccate, vergate da Berto Ricci su Critica Fascista tra il 1932 e il 1940, ritrovano la luce grazie all’opera di Passaggio al Bosco, che con la curatela di Mario De Fazio restituisce al pubblico un patrimonio di inestimabile valore. Quella con la rivista diretta da Giuseppe Bottai fu una delle più prolifiche collaborazioni messe in campo dall’intellettuale fiorentino: otto anni di sinergia, decine di pezzi firmati e una chiara visione del mondo. Una vera e propria palestra di anticonformismo, capace di mettere in risalto le qualità di quello che Indro Montanelli definì un «maestro di carattere».

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La rivoluzione imperiale di Berto Ricci

Dalle pagine della raccolta – inedita e ripubblicata in formato tascabile – emergono i temi centrali dell’eretico toscano, già sviluppati sulle colonne de L’Universale: la critica al nazionalismo in nome di un universalismo romano che spinga l’Italia al dovere del «primato»; lo sviluppo di una prassi sociale di ampio respiro, capace di chiudere i conti con il classismo borghese e di rigettare l’anticomunismo di maniera; l’attacco frontale al capitalismo e all’individualismo liberale; la visione spirituale dell’esistenza, in linea con la più profonda essenza della dottrina mussoliniana; il disprezzo per «gli elogi mentiti e i battimani convenzionali» dei tanti opportunisti che avevano preso il regime per un ufficio di collocamento.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di marzo 2021

Il dichiarato astio per l’Inghilterra talassocratica lascia intendere la comprensione di un più alto senso di appartenenza, scevro da mere macchinazioni economiche e proiettato su un piano antropologico e verticale: «La sola guerra santa è quella del lavoro contro il denaro». Alcune Stoccate si mostrano spaventosamente profetiche: il ruolo internazionale…

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