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Bologna, papà marocchino toglie figlio da scuola: “Troppi bimbi stranieri”

by Ilaria Paoletti
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Bologna, 18 sett – Siamo nella “rossa” e accogliente Bologna. E’ proprio qui, un cittadino 34enne di origine marocchina (ma chi si è laureato e lavora a Bologna) dichiara: “Nella scuola materna di mio figlio c’è un grave problema di integrazione, lo devo portare via”.

Entrambi i genitori marocchini

L’uomo non ha mai dimenticato le sue origini marocchine ed è un musulmano praticante proprio come la moglie, anch’essa di origini nordafricane (ma i suoi genitori sono venuti a vivere a Bologna nel lontano 1967) eppure vorrebbe che il figlio avesse la possibilità di integrarsi appieno. Cosa impossibile in una scuola in cui nessuno parla italiano.

Maestre fanno fatica a pronunciare nomi dei bimbi

«Al momento dell’iscrizione alla scuola materna — racconta l’uomo — abbiamo indicato le quattro scelte richieste dal Comune: nelle prime tre scuole che avremmo preferito non c’era posto, ci hanno inseriti nella quarta». La scuola prescelta è quella dell’infanzia del San Donato-San Vitale, fuori Massarenti. «Il giorno dell’open day” spiega il marocchino “avevo visto disegni con le bandiere di tutte le nazionalità nella scuola, ma avevo pensato si lavorasse molto sull’integrazione culturale, ma quando siamo arrivati a scuola il primo giorno ci siamo trovati in una classe con tutti i bambini stranieri». L’eccezione veramente è rappresentata da un solo bimbo italiano. «Le maestre facevano fatica addirittura a pronunciare i nomi dei bambini», racconta il marocchino.

Il Comune: “Cambi scuola”

Dunque l’uomo ha telefonato all’ufficio scolastico comunale per protestare e chiedere il cambio della scuola: «La prima risposta che mi hanno dato è che, se non mi andava bene, il posto l’avrei dovuto rifiutare mesi prima, ma io non me lo sarei nemmeno sognato. Chi può conoscerla e immaginarla la composizione di una classe della materna? E soprattutto chi poteva immaginare che facessero classi con soli bambini stranieri?». La risposta degli impiegati comunale è stata quindi sconcertante: «Mi hanno detto che nella classe ci sono 8 bambini italiani, che non sono tutti stranieri. Ma sono italiani come il mio, cioè con cittadinanza italiana, figli di genitori immigrati, molti dei quali non parlano ancora l’italiano».

“Comune non lavora sull’integrazione”

«Non voglio passare per razzista perché sarebbe folle viste le mie origini” insiste il papà marocchino “ma qualcuno deve rendersi conto del problema in Comune, non si lavora così sull’integrazione». Quindi la famiglia è costretta a usare “mezzi propri“: «Stiamo cercando una privata e siamo disposti a pagare, ma il problema è che in Italia le private sono quasi tutte cattoliche e noi siamo musulmani». «Noi siamo genitori attenti” continua il papà marocchino “e non ci basta che nostro figlio stia in un posto tutto il giorno perché noi dobbiamo lavorare, vorremmo un posto che favorisca la sua crescita e che lo aiuti a sentirsi parte di questa città. Come è possibile in una classe con più di 10 nazionalità diverse? Non è possibile, tenere 19 bambini stranieri insieme non è fare integrazione, è ostacolarla”.

Ilaria Paoletti

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9 comments

Commodo 18 Settembre 2019 - 6:11

Persino un appartenente alla razza scimmiesca degli adoratori del “dio” grullhallah si accorge che c’ è tutto che non va’!… ” Spaccate pure la testa a Salvini!” Gridano gli stolidi, idioti pidiessini!!!

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jenablindata 19 Settembre 2019 - 3:05

….
se hai dei figli piccoli e un cervello funzionante,in gerere cerchi il meglio,per i tuoi figli.
e se prevedi vivere in un paese….vuoi che si integrino,in quel paese.
quindi devi farlo crescere e frequentare
bambini “di” QUEL PAESE:
è ovvio che se un bambino cresce e frequenta una classe a babele,essendo oltre tutto già musulmano e marocchino di origine…
si ritroverà da grande (sia in italia che in qualsiasi altro paese,marocco compreso)
ad essere un outsider:
e non si vive granchè bene,da outsider.
quindi quel padre…è un OTTIMO padre,dal mio punto di vista:
un uomo ragionevole,
che cerca di passare quel che di buono arriva,da entrambi i mondi:
pensando solo al benessere futuro di suo figlio,al di là delle convinzioni personali.

magari fossero tutti così,gli immigrati….

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Giorgio 19 Settembre 2019 - 10:16

Ricordo molti anni fa a Torino un signore nigeriano che viveva in Inghilterra e poi era stato trasferito all’Olivetti di Ivrea, aveva moglie e figlia nel Regno Unito, il tizio ha impiegato quasi due anni ad ottenere il permesso per la sua famiglia (peraltro provvisorio perchè poi sarebbero tornati in Inghilterra).
Ovviamente quel signore pagava affitto, tasse, non metteva i piedi sul tavolo e un giorno che la nazionale nigeriana ha vinto qualcosa ricordo che ha chiesto se poteva mettere la bandiera sul balcone …
Il tizio faticava a comprendere perchè a lui toccavano difficoltà ed ostacoli con una burocrazia asfissiante mentre migliaia di suoi connazionali a Torino, già in quegli anni (1998) -operosi in modo diverso-: mafia nigeriana, prostituzione, criminalità … quasi tutti clandestini, potevano fare – e fanno- praticamente quello che gli pare contando su una sorta di immunità dovuta al “buonismo”.

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Jimy 19 Settembre 2019 - 12:25

“il problema è che in Italia le private sono quasi tutte cattoliche e noi siamo musulmani”
Allora non ti stai integrando bene e ti sfugge che l’Italia è punto di sbarco non solo per marocchini ma per un sacco di altri…ogni giorno. L’Italia non è l’Africa, non è così grande, quindi il problema dovrebbe accentuarsi nel prox. futuro, anche considerando le pernacchie degli altri stati quando dovrebbero far la loro parte.

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ugo 19 Settembre 2019 - 3:43

Dice di non essere razzista, ma… fa discorsi razzisti e pure un pochetto fascisti, senz’altro parecchio discriminatori… Roba che se dovessi farli io, certi discorsi, finirei in quattro e quattr’otto in “qualche guaio” o, almeno, “grattacapo”. Magari perdendo l’impiego, per dire. C’è chi può dire (e magari anche fare) e chi deve tenere la bocca ben chiusa. Bizzarro, eh?

Freddura letta qualche tempo fa e alquanto pertinente.
Due vecchi amici si reincontrano dopo molto tempo e iniziano a dialogare.
— Come va?
— Eh, come dire, non ci possiamo lamentare.
— Ah, dunque tutto bene!
— No, non hai capito: non ci possiamo lamentare.

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Un Marocain retire son fils d’une école avec «trop d’étrangers» en Italie – Le Monde 21 Settembre 2019 - 4:36

[…] Le bureau scolaire local a admis son enfant dans une classe avec «trop d’étrangers», a relaté le 18 septembre 2019 le quotidien italien Il Primato […]

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Sergio Pacillo 27 Settembre 2019 - 10:30

Secondo qualcuno (vesc. Cefalù), bisogna aprire anche le porte di casa agli stranieri.

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