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Il Confine Tradito, un tributo alla Venezia Giulia e all’indomito spirito italiano

by La Redazione
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Confine Tradito, romanzo

Roma, 5 lug – Il Confine Tradito (384pp., 12,90€), uscito per i tipi di Leone Editore, è l’atteso seguito del pluripremiato romanzo Fratelli Contro. L’autore del romanzo è il giovane scrittore padovano Valentino Quintana, nato a Cittadella nel 1986, scrittore e giornalista pubblicista, autore tra l’altro del saggio storico “Il carattere italiano della Venezia Giulia e della Dalmazia”.

Continua la saga dei Gherdovich

Il Confine Tradito racconta in maniera scrupolosa e realista, il dopoguerra triestino e della Venezia Giulia, della saga famigliare dei Gherdovich. Le prime pagine si aprono durante i 40 giorni di occupazione titina di Trieste, il periodo più drammatico di sempre per la città. In quel frangente i due fratelli dovranno scegliere di ricongiungersi, reduci dalla Battaglia della Selva di Tarnova su fronti contrapposti, e di collaborare per un nuovo ideale comune: salvare la loro terra, la Venezia Giulia, dalle mire espansionistiche di Tito.

Assieme, i due fratelli daranno vita ad una vasta operazione di resistenza in Istria, al fine di salvaguardare l’italianità della Venezia Giulia, brutalmente occupata dalla nascente Repubblica Federativa Jugoslava. Tra intrighi e sete di potere, il dramma della famiglia Gherdovich diverrà presto collettivo, in quanto i protagonisti, seppur unendo ogni forza anche apparentemente opposta, non saranno in grado di fermare le decisioni delle grandi potenze, e rischieranno di mettere a repentaglio la loro stessa esistenza, che verrà marchiata da una brutale violenza che lacererà il corpo, ma soprattutto l’anima di una delle protagoniste.

Sentendo su di sé il drammatico peso delle decisioni della Conferenza di Parigi, i due fratelli scelgono, come espiazione di un peccato non loro, di aiutare moralmente e materialmente i reduci, vivendo assieme a loro in un campo profughi della capitale.

Trieste italiana

Il dopoguerra triestino si concluderà, al contrario di tutte le altre città italiane, solamente il 26 ottobre del 1954, quando dopo i drammatici fatti dell’ottobre del ’53, la città giuliana diverrà per la seconda volta, ma definitivamente, italiana. Le alterne vicende del libro ripercorrono altresì la nascita del Movimento Sociale Italiano, la strage di Vergarolla, primo massacro della neonata Repubblica Italiana, il triste dopoguerra, le angoscianti pagine dell’esodo. Un romanzo che si conferma un tributo alla storia della Venezia Giulia e dell’Italia, in un periodo durante il quale, due fratelli, apparentemente opposti per scelte politiche, abbandonano i precedenti dissapori, e lottano per un ideale insopprimibile: la libertà.

Carlo Altoviti

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