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Coronavirus e Grande Fratello: verso una società “socialista” e distopica priva di libertà?

by Emanuele Fusi
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Roma, 20 mar – Con lo scoppio della pandemia del coronavirus – o “virus cinese” – una cosa è certa, e tutti lo dicono: nulla sarà più come prima. Ed effettivamente, sulla pelle degli italiani, il cambiamento repentino tra lo stile di vita pre-virus e l’attuale si sta facendo pesante, impensabile fino a un mese fa. Procediamo con ordine per analizzare se la società italiana -guidata da una classe politica e dirigente al limite del criminale per come ha gestito l’emergenza sin dall’inizio – si stia avvitando verso una spirale illiberale che potrebbe condurci lentamente a vivere una esistenza come se fossimo sotto la defunta Germania dell’Est, a Cuba o nell’attuale Cina rossa.

Limitare la libertà di movimento, e se diventasse un abitudine?

In primo luogo, pochi sanno che la limitazione della libertà di movimento – che è un diritto costituzionale – non è stata effettuata in virtù di una legge o di un decreto legge come previsto dalla Costituzione all’art. 16, che recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche“). Bensì tramite un provvedimento amministrativo, il Dpcm (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri) ed è noto che in virtù del principio della “gerarchia delle fonti”, questo non sarebbe ammissibile.

Ma ammettiamo pure che – in virtù del fatto che la dottrina giuridica può trovare una giustificazione a tutto, volendo – i provvedimenti restrittivi amministrativi attuali siano validi. La domanda da porsi è la seguente: siamo sicuri che una volta cessata l’emergenza, questo modo di fare non diventi una regola?

Limitare ed escludere la libertà fondamentale del movimento, dello spostamento e addirittura del lavoro, è qualcosa di enorme se ci si pensa bene: cosa accadrà domani se in virtù di una falsa emergenza come quella tirata fuori assai spesso dai progressisti, del razzismo e dell’omofobia, si iniziasse a vietare – a chi ha una certa idea di “destra” – certe facoltà, in nome, appunto, dell’emergenza, giustificata da motivi di ordine pubblico? Insomma, il Governo più a sinistra della storia potrebbe velocemente utilizzare lo strumento amministrativo per limitare la libertà di espressione e di movimento ai propri oppositori politici, come nelle migliori dittatura comunista.

Attualmente l’intero popolo Italiano è – di fatto – agli arresti domiciliari; e per uscire dobbiamo giustificarlo con un foglio, da dare alle autorità di polizia. Simile se non  addirittura peggiore a ciò che accade a Cuba: un cittadino cubano non è libero di spostarsi ed emigrare da una provincia all’altra a proprio piacimento, ma necessita di un permesso della autorità locale.

La delazione di massa, uno strumento dittatoriale

In questi giorni abbiamo sentito dire da più fonti, che alcuni italiani stanno “facendo la spia” – nel vero senso della parola – alle autorità di polizia, se vedono un italiano che passeggia o va a comprare il giornale o le sigarette, affinché venga punito per la sua azione. La delazione è il tipico strumento che i regimi comunisti utilizzavano per avere una presa sociale e un controllo totale sul popolo. Sempre a Cuba, in ogni quartiere, esistono ancora delle sezioni locali affiliate al Partito Comunista, chiamati Comitati di difesa della rivoluzione – i famigerati Cdr – che servono appunto a controllare i vicini che non facciano atti o dicano cose che siano ritenute contro la dittatura o e “controrivoluzionari”. Così le persone a Cuba – intimorite di essere denunciate dal vicino che osserva e sente tutto – per paura di finire in prigione o multate, non si oppongono alle limitazioni delle proprie libertà.

Per adesso, in Italia tutto può essere giustificato in nome dell’emergenza sanitaria. Ma lo ripetiamo: siamo sicuri che un domani non assisteremo ad una denuncia da parte dei cittadini contro altri, per il semplice fatto di aver espresso opinioni contro i gay, gli immigrati, le minoranze, al fine di farle processare e multare, o bandire dal consesso civile?

Il controllo tramite gli smartphone

4) E ‘assai probabile che a breve – come avviene in Israele e in Cina –  sarà obbligatorio avere sempre con se il cellulare, affinché tramite una app installata e controllata dal governo, i cittadini italiani possano essere controllati negli spostamenti. Assisteremo ad un enorme controllo di massa sulla popolazione che non è mai esistita nella storia. Tutti potremmo essere denunciati perché abbiamo messo piede fuori casa senza giustificazione; e se allo stato questo può ancora essere tollerato in nome del grave pericolo sanitario che incombe sulla Nazione, chi lo dice che finita l’emergenza, questo modo di controllo cesserà del tutto?

E se invece questo modo di controllo continuasse ad essere utilizzato per limitare – ad esempio – chi è ritenuto omofobo (cioè, secondo i progressisti, chi si oppone alla dittatura gender per esempio nelle scuole), razzista (ossia, sempre per i progressisti, chi si oppone all’invasione e alla sostituzione etnica), di destra e quindi pericoloso per il vivere “sociale” – secondo l’astruso e assurdo modo di intendere la socialità da parte della sinistra autorazzista? Questa non è fantascienza distopica, ma già realtà in Occidente. In Germania si viene arrestati se ci si oppone ai corsi gender per i propri bambini durante l’orario scolastico.

Come nei migliori regimi marxisti la pratica religiosa è stata abolita per legge: non si può fare messa, né riunirsi in chiese e altri templi. Ebbene, in questo modo il mondo progressista dimostrerà l’inutilità delle religioni e l’inesistenza pratica di Dio, il quale non salva gli uomini dal virus, a differenza della fede nei tecnici e nella scienza, considerata e sbandierata come unica via per non morire. Si realizza il sogno comunista di abolire la religione senza troppi spargimenti di sangue (come avveniva nella Spagna repubblicana antifascista e nei Paesi dell’Europa dell’Est); quella religione, in particolare la cristiana, da sempre considerata “veleno” ed oppio dei popoli da parte dei comunisti.

Per concludere, non dobbiamo dimenticarci che in Italia il Deep State progressista e di matrice catto-comunista, è ancora saldamente al potere anche – e soprattutto – in questa crisi emergenziale: prefetture, magistratura, protezione civile, scuole, tv, università etc sono ancora per la maggior parte in mano ai globalisti. Basta vedere i talk show su La7 o sulla Rai: in questa emergenza nulla è cambiato nell’assetto del potere vero; anzi, si sta rafforzando ancora di più, visto che le opposizioni parlamentari sono limitate a fare poco, in quanto non possono opporsi decisamente ad un governo che affronta l’emergenza, per non apparire quali “alleati” del coronavirus.

Uno scenario che per il momento sembra solo un ipotetico futuro distopico. Ma come ci ha insegnato l’emergenza pandemia, le cose possono cambiare molto più in fretta di quanto pensiamo.

Emanuele Fusi

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3 comments

Der Deutsche 21 Marzo 2020 - 3:47

Questo articolo mi lascia con le idee abbastanza confuse. I “catto-comunisti” (perdoni l’ignoranza, ma chi sarebbero per Dio? Mi può citare esponenti/esempi?) starebbero lavorando insieme ai comunisti all’abolizione della religione secondo Lei?

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Frengo Esto 22 Marzo 2020 - 5:12

Ahahahahah prerogativa esclusiva dei regimi comunisti esteri?!! Se torni indietro di 80 anni, non c’è neanche bisogno di uscire dai confini nazionali

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