Roma, 30 ott – Un secolo fa l’Italia ardeva di una fiamma inconsueta che si era accesa nell’interventismo ed era avvampata nel socialismo nazionale delle trincee, aristocratico nell’animo e popolare nel tratto cameratesco. Si pensò che la pace della vittoria mutilata avrebbe spento gli ardori e rigettato l’intera società nel suo provincialismo. Per un attimo, sembrò che fosse così e che la sola alternativa alla ritrovata mediocrità potesse essere l’utopia feroce e sanguinaria della vendetta di classe. Tuttavia, quella fiamma era ben lungi dall’essere spenta e bruciò sempre più viva, trasfigurando la sordida realtà e ravvivando un popolo che non aveva fino ad allora avuto coscienza di sé. Non si trattò esclusivamente d’infondergli una coscienza razionale, ma di qualcosa di ancora più alto e divino. Nuova ed antica, l’Italia che rinasceva come una fenice illuminò di sé non soltanto se stessa, ma il mondo intero. Quell’incendio si propagò in un quadriennio: da Vittorio Veneto alla Marcia su Roma.
Da Vittorio Veneto alla Marcia su Roma: terzo volume
Il volume edito da Passaggio al Bosco – il terzo della tetralogia dedicata al quadriennio rivoluzionario che caratterizzò l’Italia all’indomani della Grande Guerra – è uno straordinario contributo storico a cura del “Comitato pro Centenario 1918-1922” e di Pietro Cappellari: un’opera coraggiosa e completa, che ripercorre senza filtri gli eventi del 1921, anno cruciale per l’affermazione nazionale del fenomeno squadrista.
Un nuovo movimento generazionale – rivoluzionario e reazionario al tempo stesso – pose improvvisamente fine al Biennio Rosso, spalancando le porte alla successiva affermazione del Fascismo: un evento traumatico per il sovversivismo italiano, che si vide letteralmente spazzato via dall’audace volontarismo delle prime “squadre”, capaci di trasformare il mito della Rivoluzione nell’effettivo avvento di un nuovo Stato e di una nuova epoca. Questi reparti – eterogenei e dotati di una mobilità tattica impressionante – seppero unire lo sprezzo del pericolo ad una visione mistica della lotta politica, riuscendo a sconfiggere un nemico molto più radicato e a conquistare dei consensi senza precedenti.
Tutto questo fu il 1921, che in queste pagine trova una narrazione ed un’interpretazione finalmente libera dalla vulgata che per oltre 70 anni ha tenuto in ostaggio la storia della nostra Nazione.