Roma, 31 mag – Introduzione al pensiero sovranista è un breve saggio di filosofia politica pubblicato poco tempo fa sulla piattaforma editoriale di Amazon da Giulio Romano Carlo, studente universitario e scrittore d’orientamento politico sovranista. Altri suoi libri sono il romanzo di narrativa sul tema del bullismo Fight: combatti il tuo Destino (Gruppo Albatros il Filo, 2019), l’antologia di racconti filosofici Storie di Metafantasia (Edizioni Progetto Cultura, 2019) e il romanzo di distopia politica L’ombra del Male per i tipi di Nhope.
Sovranismo e neoliberismo
Introduzione al pensiero sovranista raccoglie un insieme di tematiche che privilegiano il concetto di sovranismo, dai suoi padri teorici sia sul piano filosofico che economico e soprattutto la distinzione utilizzata dai sostenitori del pensiero unico. Il libro, oltre a raccogliere diverse riflessioni su autori che mediante le loro idee potrebbero venire interpretati come sovranisti, delinea in alcuni passi posizioni fortemente euroscettiche e antitetiche nei confronti delle cosiddette destre e sinistre neoliberiste. Riportiamo un passo del saggio, dove viene appunto trattata brevemente la critica al liberalismo.
Introduzione al pensiero sovranista
«Gli errori del liberalismo economico, sono presenti fin dalle origini di tale assetto teorico. Nella Teoria dei Sentimenti Morali opera di Adam Smith pubblicata nel 1759, vi era l’idea “errata” che l’interesse personale produce il bene comune, ciò non è possibile analizzando la storia dell’evoluzione della società, anche riflettendo sull’attuale situazione geopolitica ed economica con il liberalismo totalmente espanso e con delle elite finanziarie che dominano le classi politiche ed i governi degli stati nazionali. L’interesse personale non è altro che lo scopo della massoneria a cui lo stesso Smith ne era membro, di dover dominare la realtà producendo un bene comune ed illusorio ai popoli che fanno parte delle varie realtà nazionali. Infatti l’assenza dell’intervento dello Stato nell’economia, questa cecità nei principi liberali porta al venir meno della sovranità monetaria che garantirebbe un credito maggiore se non illimitato a dispetto del sistema ultraliberale rappresentato attualmente dall’Unione Europea che segue principi Neo-Keynesiani invece che Post-Keynesiani come posti dalla scuola di matrice di pensiero economico MMT, le cui idee si diffusero a partire dagli anni ’90 del XX secolo. Non a caso i primi “criminali dell’economia” come Malthus definivano “plebaglia” il popolo, sostenendo che era necessario la diminuzione della popolazione all’interno della realtà nazionale relativamente alle problematiche di rapporto fra offerta e domanda, principi basilari nell’economia. Se come posto dagli esponenti della scuola MMT, il benessere accresce attraverso il credito e mediante l’intervento dello Stato nell’Economia, infatti mediante una nazionalizzazione l’entità statale diviene “padrone” sia nelle scelte che nelle politiche economiche da adoperare e di conseguenza attraverso una banca pubblica che produce credito illimitato (ad oggi vengono chiamati minibot o comunque sono gli stessi riferimenti che permisero lo sviluppo spropositato degli USA nel New Deal, con Roosevelt che applicò le teorie di Keynes), il benessere aumenterebbe. Quindi, già si smentisce la teoria del liberale Malthus che sosteneva la “follia” di diminuire la popolazione sulla terra per far in modo che il benessere potesse essere accessibile a tutti. Nei Principi di Economia Politica e dell’Imposta (1817) di Ricardo, possiamo ancora trovare nelle teorie del liberalismo economico la totale ipocrisia di tale sistema o modalità di logica. Non a caso Ricardo sosteneva che la classe migliore a livello economico erano i capitalisti i quali investendo il capitale traevano vantaggio e profitto nonostante erano totalmente inoperosi e quindi improduttivi agli occhi dell’economia nazionale, in quanto essi potevano esistere solamente in funzione di uno Stato assente e quindi in assenza di sovranità. Già ciò è totalmente assurdo, lo Stato Liberale è la totale rappresentazione e negazione delle stesse Costituzioni che garantiscono una sovranità piena sia al popolo che alla realtà nazionale stessa che deve agire in conformità del territorio su cui si esercita il potere. I lavoratori sono coloro che fanno “girare”, “funzionare” l’intero sistema economico-monetario, producono e sono operosi, la moneta assume valore e potere d’acquisto attraverso la loro forza valore impiegata e ciò contraddice totalmente l’assunto teorico di Ricardo che sosteneva che essi fossero passivi, ma solamente per il loro totale asservimento e sfruttamento nel sistema capitalistico-liberale. Lo stesso Karl Marx diceva che il capitale opprime l’essere umano, sia economicamente che socialmente ed infatti aveva totalmente ragione. L’unico liberale che si avvicinava a qualcosa che fosse lontanamente somigliante al sovranismo monetario o comunque all’intervento statale dell’economia fu List, che nella sua opera principale pubblicata nel 1841 sosteneva l’idea di un’analisi dell’importanza delle forze sociali e materiali per poter produrre ricchezza e benessere economico. Auspicava l’inserimento dei dazi protezionistici, soprattutto in contrapposizione al liberalismo totale e manchesteriano dedito al libero commercio sfrenato. List intendeva porre un freno a ciò, in merito anche i rapporti economici che vigevano fra Germania e Inghilterra nei primi anni del XIX secolo».
Nicola Mattei
3 comments
[…] nelle librerie “Introduzione al pensiero sovranista” proviene da Il Primato Nazionale.Fonte Autore: Nicola […]
“L’interesse personale non è altro che lo scopo della massoneria a cui lo stesso Smith ne era membro, di dover dominare la realtà producendo un bene comune ed illusorio ai popoli che fanno parte delle varie realtà nazionali. Infatti l’assenza dell’intervento dello Stato nell’economia, questa cecità nei principi liberali porta al venir meno della sovranità monetaria che garantirebbe un credito maggiore se non illimitato a dispetto del sistema ultraliberale rappresentato attualmente dall’Unione Europea che segue principi Neo-Keynesiani invece che Post-Keynesiani come posti dalla scuola di matrice di pensiero economico MMT, le cui idee si diffusero a partire dagli anni ’90 del XX secolo”…
Secondo Voi, è lingua italiana? Prima di scrivere sciocchezze sul Liberalismo, l’Autore del testo recensito dovrebbe esercitarsi nell’esprimere il proprio pensiero con frasi di senso compiuto, e poi imparare a scriverle in forma comprensibile (oltreché grammaticalmente corretta).
Un cordiale saluto
Sono sempre le stesse idee di sinistra, cioè stataliste, riproposte in una salsa che non è neanche originale. Io sono sovranista proprio perché sono libertario, mi piacciono Rothbard e Bannon, non mi piacciono i mammoni che chiedono aiuto allo Stato. Basta assistenzialismo.