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Il grande “ritorno in campo” di Andy Capp

by Carlomanno Adinolfi
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andy capp

Roma, 10 ott – Una volta era conosciuto come le avventure di Carlo e Alice, le cui vignette venivano pubblicate settimanalmente sulla Settimana Enigmistica. Per tutti i tifosi, gli amanti di calcio e del fumetto è però sempre stato conosciuto con il suo nome originale: Andy Capp. Le strisce create nel 1957 da Reg Smythe sono state per anni un’icona intramontabile anche in Italia. Ora sono diventate una testimonianza archeologica e quasi romantica di un mondo che non esiste più.

I battibecchi aspri e pungenti tra marito e moglie che una volta raccontavano una naturale dinamica di coppia ora potrebbero sembrare “hate speech”. Quando non addirittura violenza domestica. Se non ci credete, sappiate che nel 2016 la BBC ha aperto un’inchiesta su Andy Capp basandosi proprio su questa convinzione. Figuriamoci quando la donna in questione è il cliché della casalinga burbera spesso in vestaglia, zoccoli e bigodini. Almeno non ha il didietro sodo, quindi la Boldrini potrebbe non protestare.

Il fannullone della working class che passa troppe ore al pub, emblema di una intera categoria sociale inglese che ha avuto una notevole influenza su molte sottoculture europee e americane, sembra più un lontano e sbiadito ricordo di un mondo che sembra allontanarsi sempre di più. Anche perché, chissà, se Andy Capp non avesse il Green Pass magari al pub non potrebbe neanche entrare.

Lo stesso nome del personaggio, che è un chiaro gioco di parole che ricorda la parola handicap, ora crea più di un imbarazzo.
Soprattutto il calcio vissuto con il tipico romanticismo inglese che trasuda dalle strisce di Andy Capp, che ricorda tanto romanzi e film sugli hooligans quanto storie come Febbre a 90°, sembra davvero la testimonianza di un mondo che tra leggi speciali per lo stadio, tessere, stadi vuoti, giocatori vip strapagati e superleghe, è sempre più prossimo ad affondare, con tifosi sempre meno numerosi e abbonati e spettatori in tv che diminuiscono di anno in anno per preferire Netflix e le altre piattaforme di intrattenimento.

Andy Capp torna in libreria

Assume quindi un’importanza quasi filologica la pubblicazione degli inediti di strisce dal 2007 a oggi fatta da Signs Books. Una serie di volumi da più di 200 pagine, di cui il primo uscito il 20 settembre scorso, che permettono finalmente anche a noi italiani di tornare a seguire le avventure di Andy Capp e di sua moglie Flo. Le nuove strisce sono scritte da Roger Mahoney e Roger Kettle, eredi designati dallo stesso Smythe, morto nel 1998. E il creatore di Andy Capp non poteva scegliere meglio. I profani che non conoscono la storia editoriale e la biografia degli autori, difficilmente noterebbe la differenza tra Smythe e i suoi due figliocci. I quali sono riusciti non solo a non tradire lo spirito originale, ma addirittura a non far percepire il passare del tempo, dagli anni ’50 fin ad oggi.

Il primo volume, che presenta le strisce del triennio 2007-2009, è curato e ben impaginato e soprattutto ha un formato che mantiene la struttura originale a strisce del fumetto. Molto interessante poi la scelta di lasciare la lingua originale nei balloon, che vengono tradotti nello spazio sotto le vignette. Una scelta che conferma la volontà “filologica” della trasposizione. A impreziosire il tutto, poi, l’introduzione di un mostro sacro della storia del fumetto italiano come Alessandro Bottero. Se non lo conoscete, sappiate che se in Italia esiste una pubblicazione strutturata della DC Comics lo si deve al suo lavoro con la Play Press negli anni ’90, anni in cui tra l’altro lui stesso tradusse anche i capolavori di Miller e Moore.

Insomma, un’opera imperdibile per chi ama un certo mondo fatto di pinte al pub, partite di calcetto e tifo accorato. Per chi non ama quel mondo, ci dispiace, ma non abbiamo cure.

Carlomanno Adinolfi

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