Roma, 2 lug – ChissĆ se gli utili idioti che qualche mese fa hanno imbrattato il busto di Guglielmo Marconi per coerenza ideologica rinunciano alle serate passate davanti alla televisione. SƬ, perchĆ© insieme al più noto sviluppo della radio – di cui, a tutti gli effetti, ĆØ il padre – gli studi effettuati dal genio bolognese hanno permesso al mondo intero di usufruire anche dei servizi offerti dal fortunatissimo mezzo di comunicazione. 125 anni fa infatti – 2 luglio 1897, un mese dopo la deposizione della domanda per un sistema di telegrafia senza fili – lo scienziato ottenne il brevetto dal titolo āPerfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi”.
āLāItalia ĆØ lāonda magnetica di Marconiā
Data fatidica quella odierna. Almeno per la storia delle comunicazioni a distanza e per tutto ciò che esse hanno comportato. Il riconoscimento ufficiale delle intuizioni di Marconi segna pertanto lāaccelerazione decisiva in questo particolare campo dove scienza e tecnica iniziano a correre di pari passo. Approvazione che, complice la miopia del governo liberale, arriva da Londra, fisicamente lontano dalla nazione – per dirla con Giacomo Boni, altro genio dell’epoca – produttrice d’idee prime. Importanti sono invece i riconoscimenti da parte della successiva esperienza politica, che lo nominerĆ presidente sia del Consiglio Nazionale delle Ricerche che della Regia Accademia dāItalia. Lo stesso Mussolini accosta il nostro ad altri giganti della storia nazionale: āLāItalia ĆØ lāala tricolore di Ferrarin, lāonda magnetica di Marconi, la bacchetta di Toscanini, il ritorno a Dante nel sesto centenario della sua dipartitaā.
Gli esperimenti e il successo
Nato nella Dotta (25 aprile 1874) il futuro Premio Nobel per la fisica – fondamentale in tal senso fu lāutilitĆ del radio soccorso marittimo – sarĆ anche stimata figura politica e imprenditoriale. Appena ventenne si accinge a sperimentare dentro la propria abitazione: il primo dei āgrandiosi momenti della vita di inventoreā fu proprio quando i segnali inviati fecero suonare un campanello dallāaltro lato della stanza.
Allāaperto riesce ben presto a migliorarsi, accrescendo la distanza e – soprattutto – superando gli ostacoli naturali. Quello che ĆØ considerato lāinizio della nuova era delle radiocomunicazioni (un segnale oltrepassante la collina di Villa Griffone andato a buon fine) ĆØ āsalutatoā con un colpo di fucile in aria. Trasferitosi – come anticipato – nel Regno Unito, il successo non tarda ad arrivare. Nella convinzione che le onde possano superare anche la curvatura delle terra, Guglielmo continua a guardare oltre, in questo caso per varcare lāAtlantico. Anche durante la Grande Guerra riesce a elaborare nuove teorie, studiando lāutilizzo di onde corte.
Genio italiano, spirito europeo
Carlomanno Adinolfi sul finire del suo intervento per l’esordio editoriale di Prometheica (Polemos editrice) ci ricorda come la bussola dello spirito europeo (quindi greco e romano) ci abbia consentito nei secoli “di affrontare prometeicamente la sfida della tecnica senza perdere di vista la meta olimpico-erculea”.
Ammirato dai futuristi e in rapporti con DāAnnunzio – nel 1920 ospita il Vate sul panfilo-laboratorio Elettra – Guglielmo Marconi ĆØ stato allo stesso tempo custode del fuoco e portatore di innovazione. Non una contraddizione quindi, ma una logica conseguenza.
Marco Battistini