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Il pensiero strategico della Russia e la cultura della paranoia

by Guido Taietti
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Russia

Quando si tratta comprendere quel che accade a livello di relazioni internazionali, la grande difficoltà dell’opinione pubblica occidentale – e spesso anche delle classi dirigenti ­­– è legata alla tendenza ad applicare alle altre civiltà i propri modi di intendere il mondo. Ciò risulta particolarmente evidente in questo periodo, nel momento in cui si tenta di analizzare l’invasione russa dell’Ucraina. Dove, evidentemente, la maniera occidentale di concepire il conflitto non è simile al modo con il quale i russi lo stanno analizzando. Per tentare di decifrare questa differenza occorre comprendere cosa sia la cultura strategica di una nazione e, nel nostro caso, capire quali siano i tratti caratterizzanti della cultura strategica della Russia.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di luglio 2022

Inganno e mascheramento

Innanzitutto: cosa è la cultura strategica di un Paese? È la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle risposte alle sfide strategiche che una comunità ha affrontato nella propria storia. Un soggetto, questo, influenzato da due fattori: la storia della comunità e la dimensione geografica in cui questa comunità ha vissuto e combattuto.

La Russia è un Paese la cui storia e geografia hanno generato una cultura strategica basata su due concetti: paranoia e sacrificio. La paranoia è, ovviamente, un concetto che attraversa anche il mondo militare occidentale, ma la concezione prevalente a Ovest si basa su un livello tattico e operativo: «Occorre impedire che i nostri avversari vengano a conoscenza dei nostri piani e delle nostre risorse». Questo è, grossomodo, quel che si intende con «paranoia» nella nostra metà del mondo. In Russia, invece, la paranoia è questione esistenziale, frutto della risposta razionale e funzionale alle minacce affrontate in passato.

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La cultura del segreto e della disinformazione – della maskirovka, per usare un termine sovietico sopravvissuto fino ad oggi – è invece centrale nel modo in cui Mosca gestisce le minacce interne ed esterne, facendo uso costante e massivo della diffusione di informazioni false e inaccurate. È noto che ad esempio, ai tempi della guerra fredda, le mappe della nazione sovietica che si trovavano nelle biblioteche di tutta l’Urss erano scientemente inaccurate e sbagliate soprattutto a livello di toponomastica: per un agente occidentale sarebbe stato impossibile farsi un’idea del sistema stradale sovietico utilizzando le cartine disponibili nelle biblioteche. E questo a costo di rendere l’informazione quasi inutilizzabile per il cittadino sovietico stesso.

Russia e autocrazia

Questa concezione, secondo la quale l’avversario non deve entrare in possesso di alcuna informazione utilizzabile senza un controllo (e quindi senza un costo in termini di tempo-risorse), è una delle grandi caratteristiche del sistema russo, che lo ha reso relativamente impenetrabile persino nel decennio di grande debolezza compreso tra il crollo dell’Urss e i primi anni Duemila.

D’altra parte, nel corso dei secoli il mondo russo ha ampliato i propri confini fino alla ricerca di ostacoli naturali che offrissero un minimo di riparo dalle minacce esterne e, in questo processo, ha incluso nella propria sfera di influenza anche una grande quantità di altri popoli e culture diverse. Questa scelta ha generato l’ossessione per lo spionaggio e per la centralità dell’intelligence non solo nell’idea di Stato russo, ma anche come bacino dal quale pescare gli appartenenti alla classe dirigente russa (lo stesso Putin proviene dal Kgb, come tutti sanno). Il bisogno di essere al corrente di cosa succede ai margini di un impero, in un’oscura provincia da poco annessa, è fondamentale per l’esistenza stessa della Russia. Per la medesima ragione, cioè per l’esigenza di tenere assieme un impero composto da popoli e culture differenti (e quindi dalla grande tendenza centrifuga), in Russia il potere ha tendenzialmente preso la forma dell’autoritarismo, e anzi a livello popolare i…

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1 commento

fabio crociato 3 Luglio 2022 - 11:30

Pararsi il culo serve e molto…, ecco perché l’ occidente predatore, solo materialista quindi pure autolesionista (come un cancro!), fa di tutto per far abbassare la guardia al suo ed altrui popolo.

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