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La giornata mondiale del rifugiato è solo l’ennesimo pretesto immigrazionista (e schiavista)

by Stelio Fergola
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Roma, 20 giu – La giornata mondiale del rifugiato è un furbo strumento di oppressione e propaganda immigrazionista. Applicato utilizzando la solita furba strategia di prendere un concetto magari corretto (quello dell’accoglienza al rifugiato vero) e trasformarlo in un pretesto per promuovere movimenti di massa enormemente dannosi per le identità, le culture e i diritti socioeconomici dei popoli coinvolti. Oltre che, nella stragrande maggioranza dei casi, illegali.

Giornata mondiale del rifiugiato, uno strumento culturale dell’immigrazionismo

La giornata mondiale del rifugiato è così tanto uno strumento di propaganda culturale dell’immigrazionismo e di tutto ciò che gli sta dietro (globalismo, neoliberismo e ciarpame vario) che negli ultimi anni si sta cercando in ogni modo di trasformare lo status di rifugiato in una condizione generalizzata, estendendolo anche ai cosiddetti “migranti economici”, evidentemente consapevoli della loro stragrande maggioranza numerica tra coloro che arrivano con barche, barchini e altri mezzi illegali sulle nostre coste. Non è sufficiente il concetto di “rifugiato” semplice, che ovviamente è sacrosanto e ha un senso reale, effettivo. Bisogna allargare, devono diventare tutti rifugiati, perché – in buona sostanza – si devono “accogliere” tutti. Ne abbiamo avuto un primo, piccolo esempio nell’intervento di un giornalista de Linkiesta in un programma in onda su La7 l’anno scorso: “Chi scappa dalla guerra è come chi scappa dalla fame”, aveva detto. Sarà un’ennesima finestra di Overton. Potete scommetterci.

Schiavitù, distruzione delle identità e dei diritti degli autoctoni

Nell’immigrazionismo c’è tutto. Ovviamente, di profondamente sbagliato. Altrettanto ovviamente, per tutti: rifugiati veri (sebbene in modo decisamente inferiore, visto anche il loro numero non esasperato), rifugiati finti, italiani in difficoltà economica, italiani in generale (se si parla di identità e di cultura). Una propaganda culturale di massa che promuove di fatto lo schiavismo mascherandolo da solidarietà, che accetta e incentiva l’arrivo di centinaia di migliaia di persone (se non milioni) che giungono qui da noi accettando lavori a paghe misere, con un triplo risultato drammatico: promuovere le traversate organizzate dai trafficanti di esseri umani, la schiavitù nel mondo dell’occupazione e allontanare ancora di più gli autoctoni in difficoltà dall’impiego a paghe dignitose e altrettanto sacrosante tutele sociali. Distruggendo le identità nazionali di tutti, provocando gli scontri etnici nelle periferie delle grandi città. Uno scempio indifendibile, che sotto l’emblema della “giornata mondiale del rifugiato” diventa addirittura un esempio morale da difendere.

Stelio Fergola

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