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Trieste, 27 ott – Venerdì 25 e sabato 26 ottobre, a Trieste, si è tenuto il V convegno di “Essere Italofoni“. L’evento si ripete ininterrottamente dal 2015 nel fine settimana più vicino alla ricorrenza del 26 ottobre 1954, la “seconda redenzione” di Trieste, ovvero la restituzione della città all’Italia dopo le vicende del trattato di pace del 1947 e i travagli dolorosi del secondo dopoguerra.
“Essere Italofoni”: la cultura linguistica italiana
Il gruppo “Essere Italofoni” ha come obiettivo l’approfondimento della storia, della cultura e dei problemi linguistici dei territori italofoni non appartenenti alla Repubblica Italiana (Nizzardo, Corsica, Malta, Canton Ticino, Istria, Fiume e Dalmazia), nonchè la più generale difesa e valorizzazione della cultura e dell’identità italiane. Esso si formò nel 2014 per iniziativa del grossetano Massimiliano Fabbri. Gli amministratori del gruppo, nato inizialmente su facebook, ebbero l’idea di trasformare la comunità da virtuale a reale, organizzando un evento a Trieste con la presenza di rappresentanti della cultura italiana, del mondo dell’esodo giuliano-dalmata e delle comunità italofone non appartenenti alla Repubblica Italiana.
L’associazione “Trieste Pro Patria” presieduta da Nino Martelli, benemerita per la strenua difesa dell’italianità di Trieste contro ogni tentativo di negare o falsificare la storia e l’identità del capoluogo giuliano, e la “Lega Nazionale“, istituzione culturale triestina sorta nel 1891 per la difesa della lingua, della cultura e dell’identità italiane nell’Adriatico orientale contro i tentativi di snazionalizzazione asburgica e tutt’ora attiva nei campi della cultura, dell’educazione e della memoria, supportarono da subito l’iniziativa. Da allora, i convegni di “Essere Italofoni” trovano ospitalità nella sede della “Lega Nazionale” di Trieste e si avvalgono dell’indispensabile supporto logistico di “Trieste Pro Patria”.
Come ogni anno, l’evento è iniziato il venerdì sera, con una conferenza tenuta il 25 ottobre alle 18,30 dal relatore Marco Vigna con il titolo “L’irredentismo: minoranza marginale o comunità maggioritaria“: essa ha evidenziato, sulla base di un approfondito studio delle fonti austriache dal 1830 al 1918 e dei dati relativi all’adesione massiccia della popolazione di Trieste e dell’Adriatico orientale alle organizzazioni culturali e politiche dell’irredentismo, come quest’ultimo fosse un sentimento politico ampiamente maggioritario tra gli italiani dell’Adriatico orientale negli ultimi decenni della dominazione asburgica su queste terre.
L’evento è proseguito sabato 26 ottobre con i saluti degli organizzatori (Luca Bellani della “Lega Nazionale” – in rappresentanza del presidente Paolo Sardos Albertini impegnato a Zara per il raduno degli esuli dalmati – Massimiliano Fabbri di “Essere Italofoni”, Nino Martelli di “Trieste Pro Patria e Gabriele Bosazzi della “Famia Ruvignisa”) e gli interventi dei numerosi relatori. In rappresentanza dei territori italofoni non appartenenti alla Repubblica Italiana, hanno parlato Mirjana Fantauzzo (isola di Arbe), Valentina Petaros (Capodistria), Giorgio Martinic (Spalato, Dalmazia), Luciano Milan Danti (Canton Ticino). Augusto Rippa-Christi Malincovich (esule da Fiume), ha parlato di “Fiume capitale europea della cultura 2020. Il ruolo degli esuli e dei rimasti”. Lo scrittore Valentino Quintana è un intervenuto con la relazione “Per una memoria pubblica di D’Annunzio a Trieste”. Gianluigi Ugo è intervenuto sull’opportunità di costituire un organismo pubblico a difesa dell’italofonia. Di particolare rilevanza politica è stato l’intervento di Maurizio Puglisi Ghizzi, consigliere comunale di Bolzano eletto nel 2016, che ha parlato della problematica situazione linguistica della comunità italiana dell’Alto Adige, minacciata dalle politiche discriminatorie e anti-italiane della Svp, partito di riferimento della maggioranza germanofona, portate avanti con la complicità dei governi.
Nel pomeriggio di sabato 26 ottobre, come di consueto, l’evento si è chiuso con la tradizionale fiaccolata in memoria della “seconda redenzione” di Trieste (anniversario del 26 ottobre 1954) che è partita dalla fontana di Montuzza per arrivare al colle di San Giusto, sacro alle memorie patrie di Trieste e dell’Italia tutta, alla quale hanno partecipato circa centocinquanta persone.
Carlo Altoviti
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