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Isotta Fraschini: l’italiana che faceva impazzire il mondo

by La Redazione
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L'Isotta Fraschini di D'Annunzio

Nel variegato panorama della storia automobilistica italiana esistono, o sono esistiti, dei marchi iconici che immediatamente richiamano una particolare peculiarità nell’immaginario collettivo: se c’è una casa che collega il suo nome all’eleganza e al lusso, questa non può essere altre che l’Isotta Fraschini.

La storia del marchio

Fondata a Milano il 27 gennaio 1900 con il nome di Società milanese d’automobili Isotta Fraschini & C., inizia la propria attività come punto d’assistenza tecnica e di rimessaggio per automobili. Ludovico Prinetti, uno dei fondatori assieme a Cesare Isotta e ai fratelli Fraschini, grazie alla sua maggior capacità imprenditoriale intuisce che si deve passare alla produzione di vetture di lusso, che in quegli anni vengono acquistate quasi esclusivamente da rampolli di nobili famiglie o comunque da personaggi di spicco e di grande agiatezza.

Nel 1901 nasce la prima vettura If modello «Vettura leggera» in tre versioni: una con motore monocilindrico De Dion da 8 hp e due con motore monocilindrico Aster da 6 ½ e da 8 hp, poi sostituite, l’anno successivo, da un Aster bicilindrico da 12 hp.

Negli anni dal 1905 al 1908 avvengono tre fatti cruciali che permettono l’affermazione definitiva della If nel gotha dell’automobilismo mondiale: nel 1905 arriva in azienda l’ingegner Cattaneo, che rimarrà alla guida del reparto tecnico fino al 1938, creando vetture di fama imperitura e inserendo – primo al mondo – i freni anteriori su una vettura di serie. L’anno successivo l’imprenditore De Dietrich acquista i diritti di produzione per 500 Isotta e inizia la commercializzazione al di fuori dei confini nazionali, accrescendone il prestigio; nel 1908, infine, l’Isotta Fraschini stabilisce il record mondiale di velocità media negli Stati Uniti con il risultato – impressionante per il tempo – di 105 km/h.

Come quasi tutte le case automobilistiche di quei tempi l’If diversifica la produzione, e dal 1908 inizia a costruire motori per impiego militare, in particolare per aerei, dirigibili e per un mezzo speciale vanto dell’industria bellica italiana: il Mas.

Alla fine del primo conflitto mondiale i tempi sono duri e molte imprese chiudono: a salvare l’If ci pensa il conte Mazzotti, già cliente dell’azienda, che punta tutto sul Dna della casa, ovvero le vetture di lusso. Dà così vita a una delle auto più esclusive e costose mai prodotte dall’azienda milanese, la Tipo 8 che vede la luce nel 1919 e si presenta al pubblico con un motore 8 cilindri: grazie alla sua classe, diventa in breve tempo l’automobile più bella e desiderata al mondo, anche se a potersela permettere sono veramente in pochi. Costava infatti la cifra astronomica di 150mila lire (ricordate la canzone Mille lire al mese? uscì nel 1939…).

Da Rodolfo Valentino a D’Annunzio: tutti pazzi per l’Isotta Fraschini

Esiste una lista di personaggi famosi che nel corso degli anni hanno posseduto una o più Isotta Fraschini: tra loro, il mitico attore italo-americano Rodolfo Valentino, il «Vate» Gabriele D’Annunzio, mentre Umberto di Savoia la usava per le sue uscite con Maria José. Il Raci (Reale automobile club d’Italia) ne regalerà una a Papa Pio XI. Anche l’italiano più italiano di tutti, Sua Eccellenza il Duce, ne rimase affascinato, tanto da arrivare a possederne ben tre: due 8 A e una dorsey limousine con carrozzeria speciale appositamente costruita per il Telaio 1.408 dalla Garavini.

Il 1929, con il crollo di Wall Street, rappresenta un anno nero per il mondo e per l’Isotta Fraschini (che è da poco passata sotto il controllo totale del conte Mazzotti a seguito dell’uscita di Isotta e dei fratelli Fraschini).

La crisi svaluta il valore del marchio di quasi il 90% e la situazione sembra ormai volgere al fallimento quando, a seguito di numerosi viaggi in Italia, Henry Ford si convince a comprare il pacchetto di maggioranza dell’azienda e i terreni su cui far ripartire la produzione, spostandola da Milano a Livorno. A bloccare tutto ci pensa Giovanni Agnelli che, a capo di un gruppo di imprenditori, si precipita a Roma lamentando la necessità di far lavorare le imprese e gli operai italiani: non si poteva permettere che un imprenditore straniero desse il colpo di grazia al settore automobilistico nazionale. Le loro istanze vennero accolte e venne promulgata la legge Gazzera, che bloccava di fatto la strategia di Ford, a cui non rimase che ritornare negli Stati Uniti.

Nel 1932 avviene un ulteriore passaggio di consegne, con l’ingresso in azienda dell’ingegner Caproni e il successivo incorporamento della If nell’omonimo gruppo, fortemente orientato alla produzione di motori diesel Man, tanto da ordinare la fine della produzione dei famosi 8 cilindri che tanto avevano contribuito al prestigio del marchio.

La seconda guerra mondiale

Il secondo conflitto mondiale vide l’Isotta Fraschini dedita alla produzione di autocarri per il trasporto truppe e di motori aereonautici. Tuttavia, al termine della guerra e con l’ingresso in azienda del designer ingegner Rapi, si tentò la via del rilancio nel settore delle auto di lusso, attraverso il progetto della 8C Monterosa. Purtroppo non si trovarono i finanziamenti e il programma non vide mai la luce.

Si arriva così al 25 febbraio del 1948, con l’inizio della procedura di amministrazione controllata dell’azienda: nel 1949 avviene la nomina del curatore giudiziale, con la definitiva cessazione della produzione di automobili. Finisce così la storia dell’italiana più desiderata al mondo.

Francesco Saponaro

(articolo pubblicato sul Primato Nazionale di agosto 2019)

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