Beirut, 8 ago – Per Beirut la grande esplosione del 4 agosto è una ferita che continua a sanguinare. Non si ferma la ricerca di cadaveri e feriti, alla quale stanno partecipando con il proprio contributo anche 15 vigili del fuoco italiani. Continuano a salire i numeri della tragedia: il conteggio è arrivato a 154 morti, 5 mila feriti e 300 mila sfollati. Ancora parecchi i dispersi, mentre è devastante il colpo per l’economia della piccola nazione (poco più di 4 milioni di abitanti) del vicino Oriente: i danni ammonterebbero tra i 10 e i 15 miliardi di dollari.

Il presidente Aoun: “Non escludo l’attacco esterno”

Hezbollah: “Nessuna responsabilità nella tragedia”

Cauto anche l’intervento di Hezbollah che, oltre a negare proprie eventuali responsabilità, non sembra voler spingere più di tanto per l’ipotesi di un possibile attacco israeliano. “Oggi non parlerò del nemico israeliano”, ha detto il segretario di Hezbollah, Hassan Nasrallah, “non c’era alcun nostro arsenale di armi o esplosivi nel porto. Hezbollah non ha alcuna responsabilità in questa tragedia”. Nasrallah, così come il presidente Aoun, chiede che venga aperta il prima possibile “un’inchiesta seria”.

 

Davide Romano

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