Roma, 3 lug – Hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’uccisione di George Floyd per mano di un agente della polizia di Minneapolis. Così come sono diventati virali i video in cui gli attivisti di Black lives matter hanno messo a ferro e fuoco diverse città degli Stati Uniti. Senza contare le numerose statue di figure del passato europeo che sono state vandalizzate o abbattute: da Cristoforo Colombo al generale confederato Robert Lee, da Winston Churchill a Indro Montanelli, fino a Karl Marx e Voltaire, quasi nessuno è sfuggito all’accusa di essere stato un «razzista» o uno «schiavista». E tutta la stampa allineata, nutritasi per decenni di autorazzismo antibianco, non ha perso tempo a incensare i rivoltosi e a inginocchiarsi in segno di sottomissione alla nuova teologia «antirazzista». Ecco, è questo l’«Occidente senza testa» di cui parla il nuovo numero del Primato Nazionale.
Alle origini del razzismo antibianco
Di fronte al risentimento della comunità afroamericana e alla recrudescenza dell’odio di sé che anima i globalisti europei, il Primato Nazionale ha tentato di articolare delle analisi lucide e di fornire risposte efficaci. Chi era veramente George Floyd? Come nasce e di che ideologia si alimenta il movimento Black lives matter? Esiste effettivamente un problema «razzismo» nelle società occidentali? Come si può contrattaccare a questo furore antirazzista senza finire nelle secche del perbenismo borghese da «gendarme delle aiuole»? A tutti questi interrogativi hanno risposto Valerio Benedetti e Adriano Scianca nel ricco focus di questo mese. Anche perché, come ha spiegato il direttore nel suo editoriale, «non è il caso di erigere delle nuove Termopili ai giardinetti. È semmai più interessante coglierne i fermenti di lunga durata che torneranno a covare sotto la cenere in attesa di nuove campagne eclatanti. Questi fermenti hanno a che fare con quella che si è soliti chiamare “decostruzione”, che è una cosa molto più seria di quanto non sospettino molti dei vandali incappucciati che stanno agendo in suo nome in giro per il mondo. Da questi fermenti ci viene lanciata una sfida. Raccogliamola e contrattacchiamo, quindi».
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OCCIDENTE SENZA TESTA: L’accanimento contro le statue razziste è una moda mediatica. Ma la sfida che essa contiene è seria. Raccogliamola e passiamo alla controffensiva. #IlPrimatoNazionale disponibile da sabato 4 luglio in edicola ed in digitale. pic.twitter.com/dKZhg1QfMd
— Il Primato Nazionale (@IlPrimatoN) July 1, 2020
Gli approfondimenti del Primato Nazionale
Ma il nuovo numero del Primato Nazionale, come sempre, è ricco di approfondimenti e contenuti originali su tematiche che spaziano dalla storia all’economia, dagli esteri alla filosofia, dalla letteratura alle tante rubriche di autorevoli penne del sovranismo italiano. Si parte con un’inchiesta di Francesca Totolo sulla sfida lanciata da Trump allo strapotere dei social network per arrivare fino a una stimolante intervista di Fabrizio Vincenti al generale Marco Bertolini, ex comandante della «Folgore» che ha da poco pubblicato il suo libro Militarmente scorretto (Eclettica).
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E in mezzo ci sono un’analisi puntuale e spietata del caso Palamara o «magistratopoli» (A. Spezzaferro), una chirurgica demolizione della leggenda metropolitana sugli «italiani indebitati» (F. Burla), un utile contributo sulla tanto discussa legge sull’omotransfobia (E. Perucchietti), un approfondimento sull’epopea dell’America confederata (G. Damiano), un vivido affresco della scuola ai tempi del Ventennio fascista (C. Soldato) e tanto altro. Tra cui, ovviamente, non potevano mancare i contributi di Vittorio Sgarbi, Simone Di Stefano, Caio Mussolini, Alessandro Meluzzi, Diego Fusaro, Matteo Brandi e tante altre firme di punta della cultura non conforme italiana. Da segnalare, infine, l’esordio di Time-O, il fumetto realizzato da Ferrogallico e Pubble che uscirà a puntate sul Primato Nazionale a partire da questo numero e che proseguirà nei mesi a venire. Una graphic novel distopica che ci mostra un futuro inquietante ma purtroppo possibile. E, forse, neanche troppo remoto.
Elena Sempione
3 comments
Da una prima rapida e parziale lettura, mi pare davvero un numero oltremodo pieno di spunti, dati e riflessioni assai utili. E questo da parte di quasi tutti gli autori. Grazie e complimenti.
che sia un razzismo antibianco non lo voglio dire(anche se qualche volta l’ho pensato); sicuramente si tratta di un antirazzismo ipocrita e violento
È stata la più grande e sporca campagna razzista contro i bianchi e la civiltà occidentale.Hanno preso la palla al balzo?e sono partiti usando le solite minoranze e i neri ,ai quali non sembrava vero credere di essere protagonisti.Purtroppo per loro e per noi chi ha organizzato tutto questo ha altri scopi che “l’antirazzismo” e lo capiranno/capiremo in futuro.