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La Rai intervista Assad e poi si autocensura. Storia di cialtroneria italica e serietà siriana

by Davide Di Stefano
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Monica Maggioni con Bashar Assad

Roma, 9 dic – In questa vicenda dai contorni grotteschi c’è una sola certezza: questa sera l’intervista a Bashar al Assad andrà in onda. Ma le parole che il presidente siriano ha pronunciato ai microfoni Rai potranno essere udite solo sui social network ufficiali di Damasco. Niente trasmissione sui canali italiani. Questo è l’epilogo dell’intervista di Monica Maggioni ad Assad, una storia composta per metà da mistero e per l’altra metà da cialtroneria.

Il mistero dell’intervista “non autorizzata”

La vicenda è questa. Il 26 novembre scorso Monica Maggioni, ex presidente della Rai e giornalista (oggi Ad della partecipata Raicom), vola a Damasco e intervista il presidente siriano. Quello della Maggioni, che aveva già intervistato Assad nel 2013, è senza dubbio un bel colpo per l’informazione pubblica italiana. Eppure qualcosa non quadra. La giornalista assicura alle autorità di Damasco che l’intervista verrà trasmessa dalla Rai entro il 2 dicembre, dunque ad una settimana di distanza. Il problema però è che la Maggioni è volata in Siria senza accordarsi con nessuno dei direttori Rai, e avrebbe informato delle sue intenzioni solo l’Ad di viale Mazzini, Fabrizio Salini.

Stando alla ricostruzione operata dall’Agi, la Maggioni avrebbe aspettato fino al 30 novembre per chiedere al direttore di RaiNews24, Antonio Di Bella, se fosse interessato a trasmettere l’intervista. Dopo il colloquio con Di Bella, la Maggioni comunica a Damasco che l’intervista verrà trasmessa il 2 dicembre. Qualche giorno dopo però, il direttore di RaiNews avrebbe cambiato idea. Il repentino dietrofront sarebbe dovuto ad alcune pressioni da parte dei sindacati, che avrebbero protestato per l’intervista realizzata da un dirigente e non da un giornalista, considerata tra le altre cose priva di “elementi nuovi”. Possibile anche che le questioni sindacali possano nascondere in realtà una censura di tipo politico: un’intervista “positiva” di Assad in questo momento trasmessa dalla tv pubblica italiana, potrebbe essere interpretata da qualcuno come un passo pesante verso un riavvicinamento tra Roma e Damasco.

La messa in onda saltata all’ultimo momento

Nonostante i malumori, l’intervista sembrava comunque destinata ad essere trasmessa stasera da RaiNews24 nel corso della rubrica Checkpoint. Lo speciale avrebbe dovuto vedere la partecipazione in collegamento della corrispondente Rai da Istanbul, Lucia Goracci, e la presenza in studio del professor Francesco Stazzari, professore associato di Relazioni Internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Proprio al professore sarebbe stato comunicato l’annullamento della puntata quando era già in viaggio per Roma, a dimostrazione di ultimo dietrofront arrivato a ridosso della messa in onda.

Un mistero la cui unica spiegazione ufficiale per il momento è quella fornita da Salini, che avvalora la tesi delle tensioni interne all’azienda: “L’intervista non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai. Pertanto non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda”. Parole che non bastano a dissipare i dubbi, come dimostrano le recenti dichiarazioni del presidente della Rai, Marcello Foa, che all’AdnKronos dice: “Salini ci spiegherà cosa è successo in merito all’intervista ad Assad”.

Una figuraccia internazionale

Un caso incredibile, che ha causato la comprensibile ira di Damasco. L’account Twitter ufficiale della presidenza Assad ha annunciato che l’intervista sarà trasmessa integralmente questa sera alle 21 ora di Damasco, sui canali social ufficiali del governo siriano. La vicenda ha avuto ampia eco anche a livello internazionale, a riprova della figuraccia rimediata dalla nostra tv pubblica. Al Jazeera, siti egiziani, arabi, iracheni, iraniani e del Qatar riportano lo scontro tra Damasco e la tv italiana. Anche le agenzie cinesi Hangzou e Huanqiu scrivono: “La tv italiana rimanda la trasmissione dell’intervista ad Assad e Damasco accusa l’Occidente di nascondere la verità”. Insomma sul piano della libertà di informazione, della serietà, della deontologia, abbiamo fatto una bella figuraccia a livello internazionale. E ricevuto una bella lezione dalla Siria, che giustamente, per amore di verità, questa sera trasmetterà l’intervista in versione integrale.

Davide Di Stefano

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5 comments

Filippo 9 Dicembre 2019 - 1:44

Ma Marcello Foa??? Non doveva dare una sterzata sovranista a una Rai feudo cattocomunista?

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Fabio Crociato 9 Dicembre 2019 - 4:32

Come si fa a vivere decentemente, onestamente, se continuano a voler nascondere una delle campane?
Per l’ Italia, una delle culle della cultura mondiale, è un suicidio continuo…
In questo caso, brava la giornalista (!) M.Maggioni.

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Franceschino 9 Dicembre 2019 - 6:43

La stasi usava la censura per “proteggere” la DDR dalle mefitiche influenze liberali, ibernando più che altro i suoi cittadini. Ma qui in occidente la censura avvelena le coscienze, fa marcire, le corrompe fino a imputridirle, rendendoci ne più ne meno che zombie. Morti ambulanti…

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Cesare 10 Dicembre 2019 - 12:17

Ho visto l’intervista su youtube e come al solito mi ha commosso la resistenza della Siria all’ invasione da parte di gruppi terroristici finanziati anche da alcuni paesi europei, come dice Assad.Una vergogna poi le sanzioni anche europee e quindi anche italiane alla Siria, paese tollerante e multiconfessionale che protegge anche i cristiani.Queste sanzioni contro un popolo aggredito da terroristi tagliagole portano il paese a non avere medicine o altri beni di prima necessità aumentando cosi’ la loro già enorme sofferenza per le centinaia di migliaia di morti sia tra i soldati che la popolazione civile.

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