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La Russia esclusa dalle Olimpiadi per 4 anni. L’agenzia antidoping: “Gravi violazioni”

by Cristina Gauri
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Mosca, 9 dic – E’ un lunedì nero per lo sport russo. La Wada (Agenzia mondiale antidoping) ha deciso di escludere la Russia dagli eventi sportivi globali per 4 anni. Quindi niente Olimpiadi di Tokyo 2020 e Olimpiadi invernali di Pechino 2022. La motivazione? Secondo l’Agenzia, Mosca avrebbe falsificato i dati di un laboratorio antidoping. Un portavoce della Wada ha riferito che “l’elenco completo delle raccomandazioni è stato accettato all’unanimità”. La Russia sarà esclusa anche dalle Olimpiadi giovanili del gennaio 2020 a Losanna e dai Mondiali, ma sarà presente agli Europei di calcio. Secondo quanto riportato da ItalPress, la sanzione sarà estesa anche ai dirigenti sportivi e ai membri del governo, ai quali sarà proibito presenziare agli eventi sportivi. La Russia aveva manifestato l’intenzione di ospitare le Olimpiadi estive del 2032 (San Pietroburgo, Kazan e Sochi che ha ospitato quelle invernali del 2014).

Data ancora da definire

“L’agenzia antidoping russa è al centro di un caso estremamente grave di inosservanza dell’obbligo di fornire una copia autentica dei dati (sarebbero 145 casi, ndr) del laboratorio di Mosca”, ha scritto il Comitato indipendente dei revisione della conformità (Crc). L’esecutivo della Wada ha quindi seguito il “suggerimento” del Crc uscito in data 25 novembre scorso. Ancora da definire la data da cui dovrebbe entrare un vigore la squalifica: l’Agenzia dovrà stabilire se applicare una retrodatazione al gennaio 2019, quando cioè è stata rilevata la violazione del laboratorio, oppure se far scattare il ban dal primo gennaio 2020. Il Comitato Olimpico Internazionale già nelle scorse settimane aveva  reso noto di voler “sostenere sanzioni severe contro tutti i responsabili della manipolazione dei dati antidoping del laboratorio analitico di Mosca”.

Usa a testa bassa

A dare la stoccata finale è stato poi Travis Tygart, capo dell’Agenzia anti-doping degli Stati Uniti (Usada), ribadendo che “Wada deve essere più dura e imporre la piena restrizione alla partecipazione degli atleti russi alle Olimpiadi che le regole consentono. Solo una risposta così risoluta ha la possibilità di attirare l’attenzione della Russia, cambiare comportamento e proteggere gli atleti puliti che gareggeranno a Tokyo. Le generazioni future di atleti in Russia meritano più di una risposta cinica e debole”.

Mille atleti coinvolti

Secondo quanto riportato da Agi il doping russo, che aveva visto il coinvolgimento dei servizi segreti (Fsb), il ministero dello sport, il laboratorio antidoping moscovita e altri enti nazionali e federazioni sportive internazionali ha coinvolto oltre mille atleti sia degli sport estivi che invernali tra il 2012 e 2015. Dal novembre del 2015 l’atletica leggera russa è sospesa, e solo gli atleti che dimostrano di essere estranei al doping possono gareggiare come atleti neutrali. Stesso discorso per questa esclusione, come spiega la Wada: “Gli atleti russi, se desiderano partecipare ai Giochi Olimpici o Paralimpici o qualsiasi altro evento importante incluso nelle raccomandazioni, devono dimostrare di non essere coinvolti nei programmi di doping descritti nel rapporto ‘Mclaren’ o che i loro i campioni non sono stati falsificati”. La Rusada, l’Agenzia antidoping russa, ha 21 giorni di tempo per fare ricorso al Tribunale arbitrale internazionale dello sport (Tas) di Losanna la cui decisione sarà definitiva. Mosca ha però poche speranze: “Non c’è alcuna possibilità di vincere questo caso in tribunale”, ha ammesso il portavoce della Rusada, Yuri Ganus.

Cristina Gauri

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2 comments

Fabio Crociato 9 Dicembre 2019 - 3:42

Dove e quali sono i dati dei laboratori antidoping del calcio, nazionali, europei e mondiali? Che non se ne sa nulla. E del ciclismo e del resto non se ne parla più. Fuori la lista delle sostanze dopanti, aggiornamenti, esclusioni, ecc. Si tira fuori solo il presunto comodo colpevole di turno…

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