Roma, 8 ago – Si, siamo d’accordo, Rick and Morty non sono “sovranisti” perché con le loro battute e trovate massacrano tutti, dai cattolici ai nazisti passando per i filosofi empatici e new age, ma a far ridere nella serie animata di Justin Roiland e Dan Harmon è proprio questo: la totale assenza di moralità. Nel mondo alla rovescia in cui viviamo e di cui Netflix è specchio, la nuova moralità è dettata dall’agenda Lgbt e femminista – quindi Rick and Morty sono l’unica serie grazie alla quale possiamo ridere con cattiveria e tranquillità.
Le accuse di sessismo
Rick and Morty non fanno prigionieri
Gli sceneggiatori sono davvero “maschilisti”?
Per alcuni blog gestiti da donne fan di Rick and Morty è una “ammissione di colpa” degli sceneggiatori. Ma visti quanti episodi esistono della serie in cui sia la madre Beth che la figlia Summer sono protagoniste assolute e hanno cambiamenti profondi (non da ultima la puntata finale della quarta serie) è ovvio che si tratti di una presa in giro nei confronti di chi li critica e di chi vorrebbe inserita la “quota rosa” nella serie animata a tutti costi, anche a scapito della bellezza e della coerenza della narrazione. La verità è che Beth e Summer sono i personaggi femminili più complicati, coraggiosi e incoerenti e dunque realistici tra le serie di Netflix – sì, anche più di quelle donne nate uomo, donne eroine senza macchia, madri perfette di fronte a padri assenti che a tutti i costi ci vogliono rappresentare come la norma. Il femminismo della terza ondata ha tolto alla donna la capacità di essere assurda e quindi eccezionale – quindi grazie ai “maschilisti” sceneggiatori di Rick and Morty.
Nadia Vandelli
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