Bolzano, 2 dicembre – Chi lo dice che Evola non va più di “moda”? Forse a pensarlo sono rimasti solo gli pseudo artisti e filosofi della casta intellettualoide di sinistra e i loro poveri discepoli. Tra il 27 e il 28 novembre scorso però, per l’incredibile cifra di 57mila euro è stato venduto a un’asta uno dei rari quaranta dipinti dadaisti di Julius Evola. L’olio su cartone di 50,3 x 39,2cm, dal titolo “Astrazione” e reso disponibile dalla Bertolami Fine Arts, casa d’aste romana, è stato battuto per 57mila euro dalla altoatesina Bozner Kunstauktionen, casa d’aste nata a Bolzano nel 2002. Sul retro del quadro vi è poi anche un altro pregiatissimo fattore, la dedica personale di Evola al grande filosofo Giovanni Gentile, all’epoca Ministro dell’Istruzione. “In deferente omaggio al senatore Giovanni Gentile. J.Evola, Roma, 13.8.1923”. 1923, lo stesso anno della storica e più grande riforma scolastica italiana. Un dono volto quasi a coronare l’opera della Riforma Gentile, “la più fascista delle riforme” come la descrisse l’allora Capo del Governo Benito Mussolini.
Un rarissimo Evola
“Non ci aspettavamo un risultato così eclatante – spiega Raffaele Cecora, capo del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della casa d’aste di Palazzo Caetani Lovatelli – ma eravamo consapevoli dell’importanza dell’opera. I dipinti di Evola giunti sino a noi ammontano a poche decine. Un po’ perché la sua carriera d’artista fu intensa quanto fulminea – a ventitré anni aveva già chiuso con la pittura – e un po’ perché molto del suo lavoro è andato distrutto o smarrito. Sta comunque di fatto che un Evola di questo livello sul mercato non compariva da anni, in asta poi non si è mai visto. ‘Astrazione’ è un capolavoro del suo periodo Dada, realizzato tra il 1918 e il 1920″.
Evola vs Marinetti
Il triennio tra il 1918 e il 1920 è stato infatti il periodo nel quale, il giovane e fantasioso Julius Evola, si muoveva in quello che lui stesso definì “Astrattismo mistico”, in seguito a una quadriennale militanza nel Futurismo al fianco di Balla e Depero. L’arte e il pensiero del giovane barone ispirato da un modello aristocratico tradizionale però, non entusiasmarono il capo del movimento futurista, Filippo Tommaso Marinetti, che direttamente a Evola scrisse “le tue idee sono lontane dalle mie più di quelle di un eschimese”. Evola però oggi incassa una vittoria artistica anche verso quel Futurismo che lo cacciò: “Volo di ricognizione“, un bellissimo dipinto del 1934 di Crali, maestro dell’aeropittura, sempre dalla Bozner Kunstauktionen a giugno venne venduto a Londra per 48mila euro nonostante fosse notevolmente più grande e famoso.
Un misterioso acquirente
Oggi, il direttore della casa d’aste di Bolzano, Stefano Consolati, spiega che “a conferma del successo riscontrato per le nostre ultime aste per Evola, l’opera, che è considerata una vera rarità nel momento più fiorente della sua produzione artistica, è stata aggiudicata ad un collezionista italiano per 57mila euro più diritti. Ritengo che Evola abbia pagato negli anni ’80 il suo accostamento con la figura di filosofo e con le sue posizioni molto discusse. Una volta venuta meno questa associazione, Evola sta ottenendo il giusto riconoscimento come uno dei principali artisti nella storia del Dadaismo in Italia”.
C’è però da dire, uscendo dal politicamente corretto imposto ogniqualvolta si affrontano tematiche riguardanti quel preciso momento storico, che il misterioso acquirente potrebbe essere stato invece interessato proprio agli aspetti più mistici o politici di Jiulius Evola che ancora affascinano e scuotono chi, in un mondo di censura politica e letteraria, ha la fortuna di venirne a contatto.
Andrea Bonazza
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[…] La “rivincita” di Evola su Marinetti: quadro del “barone” venduto a 57mila euro proviene da Il Primato […]
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