Roma, 30 gen – Essere bianchi a quanto pare nel terzo millennio è un handicap sociale. Un argomento che Riccardo Tennenini nel suo Il tramonto del mondo bianco. La società multiculturale, tra «grande sostituzione» e Black Lives Matter (Passaggio Al Bosco, 2020, 350 p., 18€) sviscera in modo al limite del frustrante. Da diversi anni a questa parte, probabilmente da quando il progressismo liberalista occidentale è diventato una sorta di religione. Partita dagli Stati Uniti e diffusa capillarmente anche in Europa, non si può in essa non vedere l’abbattimento del ruolo sociale in cui era collocato l’uomo bianco.
Così l’Occidente sostiene il tramonto del mondo bianco
In sé stessa come evoluzione non sarebbe nemmeno “condannabile” in re ipsa. Quanto meno sarebbe ammissibile che nel corso del tempo gli equilibri finiscano per spostarsi. Ciò che però lascia perplessi è il come tale processo è avvenuto. Sono stati proprio gli occidentali a stimolare e sostenere, addirittura finanziare, questo processo. Con una sorta di inestinguibile senso di colpa i il “mondo bianco” ha deciso che era ora di togliersi di mezzo. Miliardari che finanziano Ong che ci scaricano centinaia di migliaia persone che scappano da (presunte) guerre. Figure di spicco dell’intellighenzia dell’Occidente che sprecano fiumi di inchiostro per spiegare a tutti noi quanto sia più giusto accogliere indiscriminatamente. I social network che azzerano chiunque manifesti un pensiero che si scosta dal pensiero unico.
Proprio nel giro di poche settimane in tempi recenti abbiamo visto la disparità di trattamento ideologico e mediatico tra le manifestazioni a favore di George Floyd e le manifestazioni avvenute a Washington. Nel primo caso diverse città americane sono state trasformate in campi di battaglia, dominate da ras di quartiere. Durante queste “manifestazioni” non sono mancati i più biechi atti di violenza contro bianchi. Atti e azioni riservate ai più indifesi, in quanto i rivoltosi si guardavano bene dallo scendere in strada là dove le comunità di bianchi si erano organizzate per difendersi. Nel secondo caso i sostenitori di Trump hanno deciso di manifestare a favore del loro rappresentante politico e la situazione è sfuggita di mano tant’è che i manifestanti sono entrati nel Campidoglio. In quel frangente un agente ha sparato contro un gruppo di manifestanti ed è morta una persona. Per la precisione donna e bianca.
Nell’ambito del politicamente corretto evidentemente il colore della pelle batte il genere del morto. Donna bianca perde contro uomo afroamericano. Nessuna considerazione è stata data a questa donna. Le cronache hanno invece omaggiato Floyd, oscurando il suo passato e attaccando chiunque osasse contestare la bontà delle manifestazioni dilaganti e violente.
Le minoranze non sono più tali
Il tramonto del mondo bianco non è però un manuale di propaganda razzista. E’ un’analisi, fatta di numeri, di quello che è l’andamento socio-demografico nel mondo. In particolare Tennenini, a scanso di qualsiasi attacco alla sua opera, stila nella prima parte del libro distinguendo per paese o area geografica, quello che è lo scenario dal passato al presente. Evidenziando che quelle che sono definite, dal quotidiano bombardamento progressista ogni giorno, “minoranze etniche”, ormai non lo sono più. Dati alla mano soprattutto vengono smontati gli inattaccabili modelli del Nord Europa notoriamente simboli dell’integrazione. Tanto per fare un esempio: la Svezia ha creato ghetti per “integrare” gli immigrati. Si parte dal Vecchio Continente con Francia, Inghilterra, Italia ed Europa settentrionale e si passa agli Stati Uniti dilaniati da una mai ultimata integrazione tra popoli diversi.
Nella seconda parte l’autore offre anche un’analisi, che pretende di essere letta prima in questo libro per poi essere approfondita in un altro saggio sempre della stessa casa editrice: White Guilt. Stiamo attraversando un periodo in cui, come detto sopra, essere bianchi è un problema e una colpa. La popolazione bianca è colpevole di ogni male e problema che colpisce le etnie provenienti dal Terzo Mondo e per tale ragione deve sottomettersi ai popoli che oggi stanno letteralmente invadendo l’Europa senza battere ciglio. Chi non è d’accordo è un razzista xenofobo che deve essere messo a tacere.
Preservare la nostra cultura vuol dire anche sapersi difendere da questi attacchi provenienti da ogni fronte. Affrontando questi temi quanto mai caldi per l’epoca in cui viviamo. Un’epoca in cui è più importante apparire che essere.
Andrea Borelli
3 comments
Dissento .
I greculi della democratica atene stavano già calando le braghe …… ma gli SPARTANI di Re Leonida , in 300 , fermarono i Persiani .
I calabraghe di oggi sono corrotti dal danaro , ma la superiorità dei guerrieri è IMMORTALE .
La democrazia è il “ventre molle” …. ma NON vale NULLA . Può avere i suoi 15 minuti di popolarità (Andy Warhol) …..
Alla repubblica di weimar ….. seguì il REICH .
Ad Maiora .
historia magistra vitae
Floyd è stato una emme, come tutti coloro che poggiano una pistola carica contro il pancione di una donna incinta in modo che i suoi degni colleghi ne svaligino la casa,come da sua ultima sentenza di condanna.
personalmente non me ne importa nulla che sia morto, pur CONDANNANDO senza se e senza ma la infame maniera con cui è stato ucciso;
se un poliziotto non è in grado di contenere un arrestato senza manovre lesive o come in questo caso letali,ha semplicemente sbagliato lavoro.
Di Riccardo Tennenini è in uscita anche un nuovo libro: “Pornocrazia”, per le edizioni de La Nuova Controcorrente.