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Vanzina difende l'”Immigrato” di Zalone: “Senza satira non siamo niente”

by Ilaria Paoletti
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Enrico Vanzina e Checco Zalone

Roma, 11 dic – Enrico Vanzina collabora con tratto garbato alle colonne de Il Messaggero e ieri ha scelto di difendere Checco Zalone da chi lo accusa di razzismo per la sua nuova canzone Immigrato senza averne capito l’intento satirico.

“Crociata dei politicamente corretti”

Scrive così Enrico che insieme al fratello Carlo ha sceneggiato e diretto alcune delle più famose commedie italiane degli ultimi trent’anni: “Ogni tanto qualcosa mi indigna. Per esempio: la crociata dei politicamente corretti contro la canzone di Checco Zalone sul tema dell’immigrazione, a margine della campagna del lancio del suo nuovo film Tolo Tolo”.

“Immigrazione è tema centrale”

“Zalone mette in scena il lamento di un modestissimo italiano medio che si sente accerchiato dal mondo dell’immigrazione. Ripeto ancora: Zalone lo mette in scena, non dice di condividere il pensiero del suo personaggio. Lo fa perché questo tema è il tema centrale della vita italiana di oggi, soprattutto come dibattito politico. È attualità pura. E lui, che osserva da umorista – magari con qualche scivolata di gusto – l’attualità, ha tutto il diritto, quasi l’obbligo di farlo”.

“Paese che non accetta satira”

La satira è la linea di demarcazione assoluta tra una democrazia e una dittatura. Un Paese che non sa accettare la satira è un buco nero. Un Paese è serio se sa ridere di se stesso”. Secondo Vanzina “nel 2019 è quasi elementare e patetico ricordare a questi crociati della correttezza che il loro modo di ragionare è preistorico”. Perché secondo il regista romano, “rappresentare non significa essere”.

“Italiani razzisti? No, solo spaventati”

“Esistono altri italiani meno colti e meno corretti che davvero non riescono a districarsi nella complessa trasformazione di una società travolta dall’innovazione” scrive ancora Vanzina. “Non sono per forza razzisti, sono in larga parte davvero spaesati, confusi e spaventati. È un dato di fatto. E la commedia ha tutto il diritto di raccontarlo. Senza dover essere tacciata di collaborazionismo al pensiero retrogrado”. E’ mai possibile che con tutti i semicolti che ci danno lezioncine tutti i giorni, dovesse arrivare uno dei principi della commedia trash a darci lezioni di libero pensiero? Evidentemente, si. Perché colti non equivale a intelligenti.

Ilaria Paoletti

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