«Questa è una storia senza tempo, né di ieri, né di domani. Ma in quanto a luogo non v’è dubbio, essa iniziò a Forlì». Semi-citazione da racconti fantastici dipinti in popolari film d’animazione, che però restituiscono il senso di meraviglia che ci ha lasciato – non possiamo negarlo – la visita in un luogo non solo storico, ma oseremmo dire addirittura magico. Perché il senso di meraviglia di certi argomenti va messo in risalto, vista l’incessante criminalizzazione ad opera della cultura e della stampa di massa. L’incanto è rappresentato da Villa Carpena, nei pressi della cittadina romagnola sopracitata, e non certo per un’attrazione ideologica facilona verso le persone che la abitarono (i Mussolini, appunto), quanto per il senso di profondità, per l’esperienza che comunica al visitatore, non sempre – anzi tutt’altro – vicino a idee propriamente dette «fasciste».
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di ottobre 2022
Quanto al senso di meraviglia da valorizzare con semi-citazioni d’animazione, c’è anche il pretesto storico: tra i numerosi cimeli presenti in «Villa Mussolini», c’è anche una foto della visita ufficiale di Walt Disney a Roma. Certamente, vicini all’idea sono i due proprietari, Domenico Morosini e consorte Adele Grana, i quali hanno venduto proprietà immense in Lombardia solo per poterne prendere possesso, ormai più di vent’anni fa, e ripristinare il più possibile un luogo ricco di curiosità, incredibilmente ignorato dallo Stato italiano in nome di non si sa bene quale «purezza ideologica»: la stessa che viene spesso additata al cattivissimo Ventennio ma che, a quanto pare, non è assente neanche oggi.
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Villa Carpena: un luogo incantato
Villa Carpena viene costruita nel 1923. L’acquisto del terreno è datato però 1914, agli albori dello scoppio della Prima guerra mondiale. La villa è stata la dimora dei Mussolini (marito, moglie Rachele Guidi e cinque figli) fino al tragico 8 settembre 1943. Dopodiché, rimarrà disabitata fino al 1957, quando la stessa Rachele, al termine di un confino forzato a Ischia, tornerà ad abitarvi. Proprio quel fatidico anno in cui la salma del Duce venne inumata al cimitero di Predappio. La donna vi risiederà fino alla sua morte, nel 1979. Uno degli ultimi figli, Vittorio, ci vivrà fino alla fine dei suoi giorni, nel 1997. E a quel punto Romano, che vi risiedeva solo saltuariamente, si preoccuperà di una grande questione: come far sopravvivere un luogo incredibile che in tanti, troppi, ancora oggi vorrebbero demolire e cancellare per sempre. Una chicca continua. Non potremmo esprimerci diversamente nel merito. Perché da ogni angolo, da ogni bagliore, da ogni oscurità di Villa Carpena nasce lo spunto per una conversazione sulla storia, sulla politica, sull’Italia stessa. La guida, un volontario, ci parla con estremo orgoglio dello scopo del museo e della rivalutazione anche umana di Mussolini: «Quel comportamento duro e inflessibile era studiato, in famiglia era un uomo molto diverso», ci racconta basandosi sulla testimonianza di…