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Coronavirus, rischio collasso economico: e se adottassimo i Food Stamps americani?

by Luigi Di Stefano
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Food Stamps, idea

Roma, 28 mar – Il campanello di allarme era suonato appena tre giorni fa con una nota dei Servizi Segreti che avvertivano il Parlamento della possibilità di “sommosse” al Sud, due giorni fa i primi tentativi di assaltare i supermercati (a Bari e Palermo) e di oggi l’allarme del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano: “Bisogna agire subito, è a rischio la tenuta democratica. Il reddito di cittadinanza va esteso“. Stiamo parlando nel meridione di milioni di persone che sopravvivono lavorando in nero e che con il blocco dell’attività economica non hanno più un reddito e nemmeno stanno in una categoria (dipendenti pubblici e privati) per i quali sono previsti gli aiuti. Aiuti che sono del tutto aleatori: finora “non si è vista una Lira” in particolare per le Partite IVA.

La scuola di pensiero liberale vorrebbe che tutti i soggetti che “abbisognano” vadano in banca a chiedere prestiti garantiti dallo Stato, ma è già evidente che le persone che hanno dovuto sospendere per mesi l’attività lavorativa poi non saranno in grado di restituire niente, e quindi non avranno niente. L’altra scuola liberal-liberista a questo punto pretende che chi assalta i supermercati venga “criminalizzato” e quindi si evoca il famoso Gen. Bava Beccaris Cav. Fiorenzo che nel 1898 disperse a cannonate “una folla che pan dimandava” (il prezzo del pane, l’alimento principale, era stato “liberalizzato” e quindi triplicato in un giorno. Dei fatti ci resta una famosa canzone popolare. Il fatto che poi il re Umberto I decorasse con la massima onorificenza Bava Beccaris determinò una reazione violenta: in una comunità di emigranti anarchici negli USA si tirò a sorte per consumare la vendetta, uscì il nome di Gaetano Bresci che nel 1900 tornò in Italia e uccise Umberto I a revolverate.

Ma non basta, perché già anni prima nelle romagne nacque la Setta degli Accoltellatori.
Era successo che con l’Unità d’Italia i prodotti agricoli coltivati in Romagna venivano venduti sulla piazza di Milano dove venivano pagati di più, ma in questo modo contadini e braccianti non avevano un reddito sufficiente a pagare quello che essi stessi coltivavano, e per primo ne fece le spese un possidente romagnolo che sprezzantemente in una riunione di proprietari terrieri disse: “Non hanno pane? Che mangino il letame”, e qualche giorno dopo fu abbattuto a pugnalate. Insomma per chi conosce un minimo di storia patria non è imprevisto che i problemi alimentari possano scatenare le famose “sommosse popolari”, e quindi volendo evitarle che fare?

I Food Stamps americani

Nel 1933 negli USA per fronteggiare la terribile crisi finanziaria esplosa nel 1929 (e subito diventata depressione economica) il governo americano istituì il Food Stamps, dei buoni gratuiti spendibili solo per acquistare cibarie, e in questo modo garantendo ognuno dalla fame e indirettamente sostenendo la produzione agricola e quindi il reddito nel settore primario dell’economia. I Food Stamps cessarono nel 1943 a seguito del boom economico indotto dalla II Guerra Mondiale, ma sono stati riutilizzati ogni volta che problemi economici hanno messo in crisi la tenuta della popolazione meno abbiente, nel 1961, 1964, 1977, 1980, 1990, 2000, 2008, 2011, 2014, e sono ancora in uso oggi come conseguenza della crisi finanziaria iniziata nel 2008 (fallimento Lehman-Brothers).

Il programma di assistenza SNAP è costato complessivamente 70.9 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2016 e ha elargito contributi a 44.2 milioni di statunitensi (pari al 14% della popolazione), con una media pari a 125.51 dollari pro-capite/mese in contributi per l’acquisto di generi alimentari. Il numero dei beneficiari e il costo complessivo del programma sono aumentati enormemente con la Grande Recessione del 2007-2008, per subire un rallentamento con la ripresa economica del 2016. Lo SNAP è il più vasto dei 15 programmi di assistenza nutrizionale degli Stati Uniti, ed è un pilastro del “social safety net’’, il programma d Stato Sociale e di servizi sociali per gli Americani in stato di povertà.

In questo video (in inglese) si vede come tutte le amministrazioni americane siano ricorse ai Food Stamps ogni volta che ce ne è stata necessità, tant’è che in questo modo si nutre il 14% della popolazione americana, e come ormai i vecchi Food Stamps cartacei siano stati sostituiti da un bancomat dedicato col quale gli americani si recano al supermercato. Quindi la proposta è di adottare i Food Stamps anche in Italia con lo stesso sistema con cui viene erogato il Reddito di Cittadinanza che è già adeguato come sistema per essere usato dove è consentito spendere.

I vantaggi di questi buoni

Non ci saranno sommosse e assalti ai supermercati per fame: potremo evitare ad esempio che i ragazzini svengano a scuola dalla fame, come è successo in Grecia quando la Ue li ha “aiutati ad uscire dalla crisi” (e imbecilli nostrani lo hanno portato a esempio come “il più grande successo dell’Euro”)
Si sostiene tutta la filiera della produzione agricola-alimentare, con aziende di trasformazione, distribuzione, commercio etc. che resta in attività. La proposta è facilmente e rapidamente attuabile, rispecchia quel che si fa in USA da quasi un secolo, e gli si frappongono solo ideologia liberale e inconfessabili interessi.

Luigi Di Stefano

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1 commento

Rose 21 Aprile 2020 - 10:12

AFFANCULO I BUONI PASTO!!!! VOGLIAMO I SOLDI CHE CI SONO STATI TOLTI!!!!!! VOGLIAMO LA NOSTRA DIGNITÀ!!!! CI VIVA IL GOVERNO COI BUONI !! COI BUONI AL MASSIMO NOI CI PULIAMO IL SEDERE!!!

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