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Il coronavirus ci spiega cos’è la decrescita che vorrebbero i grillini

by Lorenzo Zuppini
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coronavirus decrescita

Roma, 14 mar – Possiamo dire con estrema certezza che il Movimento 5 Stelle ha ampiamente attuato il suo programma politico su larga scala, ossia far provare all’Italia la famigerata decrescita. Sulla bontà di tale prospettiva, e sugli effetti che ne stanno derivando, è bene che ognuno si faccia la propria idea, sebbene la fibrillazione del governo parla chiaro.

Decrescita (in)felice

Ve lo ricordate Grillo svaccato sulle spiagge della Sardegna o a bordo del panfilo su cui consuma la sua estate ciarlare sugli effetti benefici della decrescita che secondo gli studi della Casaleggio & Associati sarebbe dovuta essere felice?

Ecco, l’attuale situazione catastrofica cui versa l’economia reale è perfettamente in linea col suo (loro) sogno. Al quale essi associavano un reddito universale, che per adesso si chiama di cittadinanza, che avrebbe dovuto affrancare il cittadino medio dalla necessità di lavorare, rendendolo quindi libero, anzi schiavo del sistema di decrescita progettato dai generali pentastellati.

Si tratta esattamente dell’Italia del 2020 in preda all’emergenza del Covid-19 altrimenti detto coronavirus. Si tratta di una nazione un tempo tra le più grandi potenze economiche del mondo, la cui manifattura simboleggia ancora oggi lusso e prosperità, e attualmente impigliata nelle maglie della rete dei redditi detti di cittadinanza erogati prelevando soldi a chi produce per elargirli a chi non ne ha. Creando così il meccanismo infernale per cui lo Stato garantisce lo stipendio a tutti al netto di competenza, capacità e impegno, abdicando alla sua funzione principale che è quella, banalmente, di dare la garanzia sul punto di partenza ma non su quello di arrivo. E il punto di arrivi garantito è la dipendenza da questo metadone schifoso di cui oggi assaporiamo i magnifici effetti: crescita zero, e non a causa della chiusura dell’Italia, ma a causa della fallimentare idea post sessantottina che una minor produzione e un minor consumo di beni avrebbero condotto al paradiso terrestre altrimenti detto paradiso sovietico.

L’effetto collaterale è Le vite degli altri, ossia spionaggio di Stato per cui l’esistenza dell’individuo cittadino appartiene al governo, esattamente come i soldi che gli vengono regalati a fine mese. Consumi mirati, acquisti imposti, gusti e desideri piegati al volere del burocrate. Eppoi…

L’allucinante sogno a 5 Stelle

Eppoi si arriva alla decrescita ossia alla contrazione dell’economia a cui manca l’ossigeno: i consumi si rarefanno, i posti di lavoro divengono futili, la produzione si contrae, l’economia rallenta ed entra in recessione. Lavorare meno e consumare meno per assaporare il senso della vita come fa Di Battista che si scapicolla dall’America Latina all’Africa all’Iran per imparare a vivere bene pur stando di merda. Perché la nostra condizione d’oggi è esattamente questa.

Non rimane che restare attaccati alla tetta pubblica che elargisce un po’ di reddito di cittadinanza, e difatti sarebbe congruo col programma dei 5 Stelle che il governo italiano non elemosinasse deficit per pompare miliardi nell’economia, dato che l’economia che piace a loro ce l’abbiamo già, fatta e impacchettata, in rosso come i conti correnti da cui in futuro attingeranno per non far fallire lo Stato. Ché tanto qui non si è mai respirata aria di libertà, adesso soprattutto coi grillini al timone. La loro idea di libertà della persona finisce ove inizia il concetto di bene assoluto, di interesse divino, di formuletta che non si piega alla realtà dei fatti. La loro regola combatte il consumismo. E adesso nessuno acquista più. Mentre chi consuma, chi acquista, non crocifigge il benessere e non getta benzina sul fuoco dell’invidia. Benvenuti nel modo targato 5 stelle. Prima di riniziare ad abbracciarci, faremo i conti con chi di dovere.

Lorenzo Zuppini

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1 commento

Laura 14 Marzo 2020 - 11:46

Magari i grillini non hanno capito cosa sia la decrescita, ma quest’articolo neanche. Questa situazione potrebbe far parte di una ‘pedagogia delle catastrofi’ in grado di portarci a capire la necesità della decrescita… Ma resta una pandemia e non la decrescita in se.

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